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La guerra dei palloncini

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Le guerre si vincono anche dagli “spazi vicini”

L’obiettivo è quello di conquistare il cosiddetto Near Space, lo spazio vicino, e cioè la fascia dell’atmosfera compresa tra i 12 e i 62 miglia sopra la Terra. Detto altrimenti, stiamo parlando dei vasti cieli posizionati al di sopra delle rotte delle compagnie aeree commerciali, ma sotto i satelliti in orbita. Gli strateghi cinesi considerano lo spazio vicino come un’arena di crescente rivalità tra grandi potenze, dove la Cina è chiamata al più presto a padroneggiare i nuovi materiali e le tecnologie necessarie per stabilire una solida presenza. Pena: il rischio di essere tagliata fuori dalla contesa.
Del resto, come ha scrtto il commentatore militare cinese Shi Hong, lo spazio vicino “è una delle principali sfere di competizione tra le potenze militari del XXI secolo” perché “chi ottiene il vantaggio nei veicoli spaziali vicini sarà in grado di vincere più iniziativa nelle guerre future”.
L’ansia di Pechino è cresciuta in maniera direttamente proporzionale al deterioramento delle relazioni diplomatiche con gli Usa. Anche perché lo spazio vicino offre una valida e utile alternativa sia ai satelliti che agli aerei di sorveglianza, i quali possono diventare vulnerabili al rilevamento e agli attacchi nemici. Ecco che i riflettori tornano a illuminare i palloni aerostatici, strumenti a buon mercato ed efficienti potenzialmente spendibili in operazioni di spionaggio.

I dirigibili della Cina
Su InsideOver abbiamo ricostruito la storia del professor Wu Zhe, un acclamato scienziato cinese dell’Università di Beihang che potrebbe essere tra le menti principali dietro all’ipotetica strategia di spionaggio di Pechino basata sull’utilizzo di palloni aerostatici. Alcune delle organizzazioni accademiche e scientifiche fondate o gestite da Wu, tra l’altro, sono state aggiunte dal dipartimento del Commercio Usa alla lista nera delle entità statunitensi per la loro fornitura di dirigibili, palloni e altri materiali per “intelligence e ricognizione” militare cinese.
Tra i progetti portati avanti dal team del professore ne troviamo uno degno di nota risalente al 2017, quando il suo team era riuscito a far decollare un dirigibile stratosferico senza equipaggio con l’intenzione di circumnavigare la Terra. Anche altri Paesi, ha sottolineato il giornale cinese Southern Daily, stavano all’epoca sviluppando velivoli stratosferici ma, a causa di “sfide tecniche”, pochissimi erano in grado di raggiungere i 65 mila piedi o rimanere in volo per più di 24 ore.
Nel corso della sua carriera il signor Wu ha aiutato, inoltre, a progettare jet da combattimento, sviluppato esperienza nei materiali stealth, vinto premi per il suo lavoro direttamente dall’esercito cinese ed è stato, inoltre, vicepresidente dell’Università di Beihang prima di decidere di tornare alla ricerca e all’insegnamento. Ha anche fatto parte di un comitato consultivo dell’ormai sciolto dipartimento generale degli armamenti dell’Esercito popolare di liberazione cinese.

La Starlink di Pechino
Fino a poco tempo fa, ha evidenziato il New York Times, i voli di queste piccole mongolfiere e dirigibili cinesi ad alta quota e a lunga distanza attiravano ben poca attenzione (forse, almeno in parte, a testimonianza del loro successo nel rimanere fuori dai radar dei governi stranieri). L’amministrazione Biden sostiene adesso che Pechino li abbia inviati in più di 40 Paesi, e che gli Stati Uniti siano stati in grado di rilevarne le traiettorie solo esaminando i dati memorizzati.
I palloni aerostatici sono realizzati con materiali speciali in grado di resistere a temperature estreme e trasportare carichi nell’aria sottile. Ma, affinché i palloni siano utili, gli scienziati a terra devono essere in grado di rimanere in contatto con loro anche a grandi distanze. Ebbene, le pubblicazioni accademiche aperte e altri rapporti del professor Wu indicano che lui e il suo team hanno studiato a lungo questi problemi.
Nel 2022, si legge sul sito Emast (una società con sede a Pechino che il professor Wu ha co-fondato nel 2004) la squadra dell’accademico ha lanciato o pianificato di lanciare tre palloni ad alta quota in aria contemporaneamente per formare una “rete aerea“. L’obiettivo finale, ha affermato la società, era quello di creare una rete di segnali aerei in Cina utilizzando palloni stazionari che galleggiavano ad almeno 80 mila piedi di altezza.
Una rete, insomma, che richiama alla mente Starlink, il sistema di piccoli satelliti in orbita bassa gestito da SpaceX e impiegato, con successo, anche nel conflitto ucraino, in particolare per fornire supporto per le comunicazioni delle forze di Kiev. Entro il 2028 Emast spererebbe di “completare una rete globale di informazioni nel vicino spazio”. La società non ha tuttavia approfondito cosa significasse, né ci sono mai state conferme pubbliche dei presunti successi del professor Wu con i palloni ad alta quota.

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