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La maghetta delle finanze

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Dopo l’inglese Draghi alla Bce ecco la dollarista Lagarde alla testa dell’Fmi

Tutto come previsto. Il ministro delle Finanze francese Christine Lagarde, 55 anni, è stata nominata nuovo direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi). Lo ha deciso il board dell’organizzazione internazionale.
LA NOMINA – La Lagarde sostituisce un altro francese, Dominique Strauss-Khan, costretto alle dimissioni dopo essere stato incriminato per stupro dalla procura di New York. “E’ una vittoria per la Francia” ha commentato la presidenza della repubblica francese. Il fatto che una francese sostituisse un francese alla guida dell’Fmi era stato messo in discussione da alcuni Paesi emergenti, anche se poi a dire il vero il consenso della maggior parte degli Stati che controllano l’Fmi era poi confluito sulla Lagarde. La scelta della Lagarde è diventata certa solo quando anche l’amministrazione Obama ha mostrato il suo appoggio tramite il segretario del Tesoro Timothy Geithner. Poche ore dopo è arrivata la nomina del Consiglio esecutivo. La nuova direttrice era stata appoggiata anche da Europa, Cina e Russia. Si tratta della prima donna a capo dell’organizzazione. La Lagarde prende le redini del Fondo in un momento difficile, con la crisi del debito in Europa che si sta intensificando e le nazioni emergenti che chiedono di avere maggiore partecipazione nell’Istituto.
La congiura contro l’europeista Strauss-Kahn ha dato via libera a una successione apparentemente fatta in casa. Ma la Lagarde è sarkoziana, ovvero più atlantista che europeista.
I francesi, scaricato Strauss-Kahn che voleva difendere l’eurozona, ottengono l’imprimatur americano nel putsch casalingo euro-atlantico. In cambio, grazie all’intervento in Libia che ha sventato la costituzione di una zona finanziaria africana autonoma finanziata dai fondi sovrani di Tripoli, mantengono l’influenza monetaria nel Continente Nero esercitata tramite il Franco Centro Africano che sembrava destinato a scomparire.
La  salute attuale del capitalismo transalpino si deve al rovesciamento delle alleanze.
Entrata nella Nato, rilancio della partnership con gli Usa e gemellaggio con Londra, accompagnato da raffreddamenti nell’asse renano.
Sullo sfondo di questa nuova invasione americana l’elezione alla Bce di Mario Draghi, spacciato per un successo italiano quando di fatto egli è creatura totale e assoluta della City.

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