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La maledizione sulla Libia

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E chi non mangia con me peste lo colga”

Almeno tredici casi di peste bubbonica sono stati registrati nella Libia orientale. L’epicentro del fenomeno è un villaggio a 30 chilometri da Tobruk, vicino al confine con l’Egitto.

A ufficializzare l’allarme è stato il ministro della Salute Mohamad Hijazi. L’esponente del governo ha insistito sul fatto che la situazione è sotto controllo, e che si tratta del primo focolaio negli ultimi 25 anni. Il sito web della Bbc riferisce che uno dei contagiati sarebbe morto, ma manca una conferma dalle autorità di Tripoli.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha annunciato l’invio di un esperto a Tobruk. All’origine del focolaio di quella che nel medioevo era chiamata la morte nera sono i topi, come quasi sempre è accaduto nella storia. I roditori sono attratti dagli allevamenti di bovini che nell’area sorgono nei pressi delle abitazioni. E che poi hanno finito per contagiare anche esseri umani.

Al di là della Libia, c’è da dire che casi di malattia sono riportati abbastanza di frequente nell’Africa Sub-sahariana. Ma se presa in tempo, la peste bubbonica può essere trattata con antibiotici. Nel timore che persone infette passino il confine, le autorità egiziane hanno allestito un laboratorio da campo al valico al Sallum per “effettuare le analisi e provvedere a isolare i soggetti sospetti”. Secondo l’agenzia ufficiale egiziana Mena, il ministro della Sanità del Cairo, Hatem el Gabali, è in costante contatto con il collega libico.

L’ira della Cei forse fa paura. Ma anche quella inglese non scherza. Scegliete voi: una maledizione o soltanto una campagna stampa che ci fa conoscere quanto è sempre stato ma veniva tranquillamente ignorato? Razionalisti o superstiziosi, al sondaggio!

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