Fabio Giacomelli è stato ucciso da una valanga mentre recava in vetta le ceneri di Cesarino Fava
Un alpinista trentino, Fabio Giacomelli, 51 anni, è stato travolto e ucciso da una valanga sul Cerro Torre, una delle cime più affascinanti e impegnative della Patagonia. A dare la notizia è stato il suo compagno di spedizione, Elio Orlandi, 55 anni, anche lui trentino. I due stavano portando in cima al Cerro Torre le ceneri di Cesarino Fava, figura storica dell’alpinismo italiano, scomparso l’anno scorso. Le stesse ceneri erano già state portate sul Cerro Torre in una precedente spedizioni, ma erano state lasciate in un anfratto della roccia a tre-quarti della salita. Nelle scorse settimane Giacomelli e Orlandi erano ripartiti per completare l’opera. Ma ad attenderli c’era un tragico destino.
Fabio Giacomelli, detto “Giac, era il responsabile vendite Italia e consulente per la ricerca e sviluppo del prodotto Lizard, noto marchio di abbigliamnto tecnico da montagna. Innamorato di tutte le attività che è possibile praticare in montagna (speleologia, kanyoning, corsa e bike), si divertiva da oltre 30 anni ad arrampicare in territorio nazionale e internazionale, dalle arenarie della Cecoslovacchia ai canion del Yosemite National Park della California, aprendo anche nuove vie nelle Dolomiti. Negli ultimi quattro anni ha affrontato le vette incontaminate della Patagonia, contemporaneamente all’apertura in solitaria di una nuova via sulla Parete del Limarò – Piccolo Dain nelle Prealpi Trentine della Valle del Sarca.
La montagna li ha voluti tutti e due, Giacomelli e Fava: onore!