giovedì 18 Luglio 2024

La nostra sabbia

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I tedeschi cattivi si preoccupano delle nostre spiagge

Che volete che sia un sacchetto di sabbia come ricordo della meravigliosa estate sulle spiagge di Stintino o di Arzachena? Certo se ogni anno le decine di migliaia di turisti che affollano la Sardegna da ogni parte del mondo si portassero a casa il souvenir, gli splendidi lidi dell’isola resterebbero presto solo un pallido ricordo. Ogni stagione tonnellate di ghiaia, pietre e conchiglie dell’isola vengono setacciate dai bagnanti, stranieri ma anche italiani: un’attività che, svolta in maniera massiccia e prolungata, rappresenta un formidabile danno all’ecosistema. Tanto che perfino l’Onu ha redatto nel 2017 un voluminoso rapporto sui pericoli ambientali di questa pratica. Solo apparentemente innocua e poetica; e invece, forse non tutti lo sanno, illegale e sanzionata a livello amministrativo non solo sui litorali sardi. E allora quest’anno l’ambasciata di Germania a Roma – conscia di quanti suoi connazionali amino le nostre coste – ha sfoggiato una sensibilità ecologica sconosciuta anche ad alcuni enti locali, rivolgendo un ordine perentorio sui social: «Lasciate la sabbia dove deve stare». All’invito a rispettare e proteggere le battigie, è allegata anche una fotografia della suggestiva baia di Cala Goloritzè, nel golfo di Orosei. La Regione Sardegna ha vietato dalla scorsa estate qualsiasi tipo di raccolta dagli arenili, anche solo in quantità minima, prevedendo delle multe da 500 a 3mila euro in caso di infrazione. Ma «il trasporto di sabbia è vietato da tempo, indipendentemente dalla decisione della Regione» mettono in chiaro i diplomatici tedeschi. Con o senza multa, non si fa e basta.

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