Una svolta molto diversa da come la si racconta
Il 30 giugno 1934 l’epurazione dei vertici delle SA. Vennero passate per le armi ufficialmente 71 persone benché alcuni storici portino il numero degli scomparsi fino a quasi 200.
La vulgata dominata dalla propaganda comunista parla di reazione che avrebbe messo fine all’anima socialista del partito hitleriano.
La realtà è ben diversa. Gregor Strasser, che passa come il leader della sinistra nazionalsocialista – che però annoverava Goebbels, Goering, Hess, – era in trattative con il cancelliere precedente, Von Schleicher,il Machiavelli della Reichswehr, tanto dall’essere stato definito “un borghese in divisa”.
Per togliere di mezzo Hitler, Von Schleicher aveva proposto il vice-cancellierato a Strasser e aveva stabilito un piano di governo di unità nazionale con socialdemocratici, sindacati e industriali. Sconfitto politicamente da Hitler continuava a manovrare in quella direzione.
La Controrivoluzione era quindi nel campo dei congiurati, non in quello del Governo nazionalsocialista.
Tant’è che tra i fucilati, oltre a Strasser e Von Schleicher, la maggior parte apparteneva alla destra del partito e non alla sinistra.
Resta controversa la posizione di Röhm, entrato in conflitto di autorità con Hitler, che sarebbe stato comunque raggirato da Von Schleicher e da Strasser e avrebbe creduto, egli, nella necessità di lanciare la “seconda rivoluione”.
Una sorta di strategia della tensione in cui il condottiero a capo delle SA sarebbe caduto con tutte le scarpe.
A sua insaputa, Mussolini avrebbe svolto un ruolo decisivo perché, incontrando Hitler per la prima volta a Venezia tra il 14 e il 16 giugno aveva replicato secco ai suoi progetti internazionali: “Come si può pensare all’ordine internazionale quando non si è in grado di mettere ordine in casa propria”?
Aggiungo qualcosa che dovrebbe essere superflua. Le SA non vennero sciolte e neppure sottomesse organicamente alle SS ma vennero affidate al fedele Viktor Lutze.