Per il circo marinaro che si è definito Flotilla essa è una delle tante rappresentazioni di quello schema tipico del borghese viziato, immancabilmente progressista, che sta sempre con i buoni, che sono miserabili e combatte i cattivi ricchi, quelli per colpa dei quali le cose non vanno bene, perché sono agenti della malvagità. Un po’ la minchiata di Umbero Eco con il suo “Urfascismo”.
Per questa gente la Palestina è un ologramma, una monade di una serie di barzellette, un po’ come accade per chi esalta la Russia, la Corea del Nord o il Venezuela. Tutte rappresentazioni sballate che si sono fatte nelle proprie teste in esistenze astratte dal reale. Lo dimostra il fatto che il loro volontariato non punta a nulla di concreto: a portare cibo (cosa che fa in maniera molto più massiccia l’Italia dai canali ufficiali) e solo per imporre il “beau geste” di quelli che stanno dalla parte giusta.
Facendo, da sfigati, un milionesmo di quello che fa il Governo, accusato di non si sa che.
Bella commediola!
Quando ci fu il terremoto a L’Aquila, CasaPound si mise a operare quotidianamente facendo base a Poggio Picenze e il Soccorso Sociale all’Aquila stessa. Ogni giorno per mesi. Alcune amministrazioni di città vicine portarono a chi era sul posto tutti gli aiuti che erano riusciti a raccogliere e non si appuntarono medaglie al petto. Ci furono compagni e compagne che parteciparono all’iniziativa senza batter ciglio, confusi e allineati per una causa maggiore.
Un giorno, con tanto di bandiere e di fanfara, ci fu una carovana di un movimento della destra terminale di allora che, con il capo in testa, venne a consegnare un po’ di aiuti alla popolazione, scavalcando chi lavorava sul posto, si mise in mostra, fece comunicati e ripartì tutto tronfio e felice dell’autorappresentzione.
Sembra il modello della Flotilla.
Questi che se ne vanno in crociera con la bandiera dei massacrati e accusano Roma di complicità con Israele, quando proprio i loro sono stati i maggiori esportatori di armi per Tel Aviv e hanno partecipato al consolidamento di un protettorato italiano nell’ultimo decennio, stanno imitando il governo per fare, con un atto enfatizzato e spettacolarizzato, un piccolo gesto aggiuntivo e inutile, esattamente come quel movimento destroterminale all’Aquila.
O pazziella in mano a creature diceva mio padre napoletano. Il giochino nelle mani del bambinello che ci si fa male.
Ora che la zona di guerra è vicina (raggiunta con la velocità di crociera di una boa…) la situazione si fa drammatica e potrebbe persino diventare tragica.
I baldi naviganti cominciano a preoccuparsi. Poiché però, per idioti che siano, sono pur sempre idioti italiani, il governo li sta proteggendo sul mare.
Bella figura che stanno facendo!
Se la situazione non degenera, come sperano alcuni degli organizzatori (da terra) della buffonata marina, l’unico risultato che la Flotilla avrà raggiunto sarà a vantaggio della credibilità israeliana e a svantaggio del popolo palestinese, già ostaggio, oltre che degli israeliani, dei governi arabi e delle organizzazioni islamiste e doppiogiochiste.
Come se la Palestina non avesse avuto abbastanza nemici, le mancavano questi “amici” per chiudere il cerchio.
È proprio vero che – come diceva Walter che era di Lecce - lu cane secuta sempre lu strazzatu