lunedì 19 Agosto 2024

La patologia eurofoba delle tre i

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La ragione che spiega cantonate così clamorose e patetiche

 

Mentre tutta l’Italia, popolazione, governo e opposizioni, attende la manna per risollevarsi dal Covid, lo sport dell’accusare qualcun altro delle proprie disgrazie si svolge tranquillamente e non  a porte chiuse.
Noi che, a differenza di quasi tutti gli altri Stati, non abbiamo introdotto nessuna misura economica di rilievo, puntiamo tutto sul Recovery Fund, che per ora è una formula vuota, e ce la prendiamo con gli atri (la UE e i singoli membri) perché non ci aiutano. Come se fosse dovuto e come se noi avessimo aiutato qualcuno.
Poi c’è il ritornello secondo il quale l’ampiezza del nostro disastro sanitario è colpa dell’Europa e dei suoi tagli.
Falso. Nessuno ci ha obbligato a tagliare nel settore sanitario, l’abbiamo scelto noi, che con la popolazione più anziana d’Europa siamo precipitati al 23° posto di letti pro capite.
I tagli ordinati da Bruxelles? No, i tagli, in questo e in altri campi, sono dovuti alla deregulation e agli standard dei costi del lavoro imposti dall’avanzata asiatica sui mercati internazionali.
C’è chi – la Germania, l’Austria – li ha applicati con intelligenza, parsimonia e visione comunitaria e strategica, e chi – noi e la Spagna tra gli altri – ha preferito salvaguardare le sacche parassitarie e clientelari ai danni della comunità.

Che gli eurofobi, spesso definiti sovranisti, ma in realtà gurka provinciali degli inglesi, continuino a prendersela con la Ue significa che non sanno cosa accade nel resto del mondo industrializzato e post-industrializzato, dagli Usa al Canada, dalla Cina al Brasile, allo stesso Iran.
E che dire della Russia che pure dovrebbe rappresentare un modello virtuoso per questo “sovranismo”?
Riporto i dati pubblicati in Russia da Proletraskij Internatsionalzm e tradotti in Italia da Lotta Comunista.
“I tagli dettati dalla politica di ottimizzazione del 2012 hanno portato alla chiusura di centinaia di ospedali e hanno intensificato la diseguaglianza tra le regioni (…) Dal 1990 al 2019 il numero dei posti letto per i pazienti con malattie infettive è stato ridotto di circa 2,4 volte (da 140.000 a 59.000). Nella sola Mosca, dal 2011 sono stati tagliati circa 2.200 posti letto su 4.823. Il numero del personale tecnico sanitario, dall’inizio del 2013 alla fine del 2019, è stato ridimensionato di 2,6 volte (a 265 mila), del personale paramedico del 9,3% (a 1,314 milioni), dei medici del 2% (a 704 mila). La quantità dei medici infettivologi dal 2011 è stata ridotta del 10%. (…) Se nel 1990 moriva lo 0,35% degli infetti, nel 2018 la quota ha raggiunto lo 0,82%.
Questo avviene in uno dei modelli del “sovranismo” eurofobo (che ignora peraltro che il Cremlino nutre sentimenti opposti al suo nei riguardi di Berlino e Bruxelles). In che condizioni versi quello americano è superfluo dire. In quanto al modello inglese, quello dei creatori e animatori di questo “sovranismo”, le condizioni del settore sanitario sono drammatiche. Prima dell’exit l’Inghilterra era al 27° posto su 28, anticipando solo la Svezia.

Come si fa a prendersela con l’Europa e con le sole possibilità che abbiamo, di ripresa e di riscatto, morale, economico, sociale e strategico? Come si fa a confondere le responsabilità, addossando a Bruxelles o, peggio, a Berlino, decisioni dell’Fmi, della Bri, o dell’Onu? Come si fa a non avere alcuna cognizione del tempo e dello spazio? Come si fa a non rilevare le contraddizioni del capitalismo e dell’imperialismo che oggi esplodono? Come si fa a non capire che le soluzioni erano state offerte dal fascismo e dalle rivoluzioni nazionali e che sono quelle che ancora funzionano, sia pure solo per lenire, all’interno di declinazioni capitalistiche quali la renana che è definita “ordoliberismo” e contro cui si puntano gli strali degli ultraliberisti “sovranisti”?
A spiegare tutto questo intervengono tre sostantivi, tutti inizianti per i, che spiegano questa miscela di pornografia “ideologica”: l’invidia, l’ignoranza e l’idiozia.

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