martedì 28 Ottobre 2025

La tecnologia che moltiplica le possibilità

Fotonica al silicio

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Ricercatori della Columbia University hanno sviluppato per caso una tecnologia rivoluzionaria che integra pettini di frequenza su un singolo chip, permettendo di trasportare decine di flussi di dati simultaneamente attraverso diversi colori di luce
La scoperta consente di sostituire intere scaffalature di laser costosi e ingombranti con un unico dispositivo compatto, rivoluzionando le infrastrutture dei centri dati sempre più sotto pressione per le esigenze dell’intelligenza artificiale
La tecnologia apre nuove possibilità oltre i data center, abilitando spettrometri portatili, orologi ottici ultra-precisi, dispositivi quantistici compatti e sistemi LiDAR avanzati
Riassunto generato con l’IA. Potrebbe non essere accurato.
L’intelligenza artificiale sta spingendo i centri di elaborazione dati oltre i propri limiti, creando una pressione senza precedenti sulle infrastrutture di comunicazione interna. Mentre i processori e le memorie richiedono scambi di informazioni sempre più rapidi, i tradizionali sistemi laser a singola lunghezza d’onda mostrano tutti i loro limiti. La soluzione potrebbe arrivare da una scoperta fortuita avvenuta nei laboratori della Columbia University, dove un team di ricercatori stava lavorando su tutt’altro progetto.

Quando un errore diventa una rivoluzione
Il gruppo guidato da Michal Lipson si stava dedicando al miglioramento della tecnologia LiDAR, quella che utilizza onde luminose per misurare le distanze. L’obiettivo era sviluppare chip ad alta potenza capaci di generare fasci di luce più intensi. Tuttavia, aumentando progressivamente la potenza attraverso il chip, i ricercatori hanno notato un fenomeno inaspettato che avrebbe cambiato completamente la direzione delle loro ricerche.
“Quando abbiamo iniziato a inviare sempre più potenza attraverso il chip, abbiamo osservato la formazione di quello che chiamiamo un pettine di frequenza”, spiega Andres Gil-Molina, ex ricercatore post-dottorato nel laboratorio di Lipson e ora ingegnere principale presso Xscape Photonics. Si tratta di un tipo particolare di luce che contiene numerosi colori disposti in sequenza ordinata, simile a un arcobaleno dove dozzine di frequenze brillano intensamente mentre gli spazi intermedi restano scuri.

La tecnologia che moltiplica le possibilità
La peculiarità di un frequency comb risiede nella sua capacità di trasportare simultaneamente decine di flussi di dati distinti. Poiché i diversi colori della luce non interferiscono tra loro, ogni “dente” del pettine funziona come un canale indipendente. Quando si osserva questo fenomeno attraverso uno spettrogramma, le frequenze luminose appaiono come picchi regolari, da cui deriva il nome di pettine.
Tradizionalmente, la creazione di un pettine di frequenza potente richiedeva laser e amplificatori costosi e ingombranti. La ricerca pubblicata su Nature Photonics dimostra invece come ottenere lo stesso risultato su un singolo chip, aprendo scenari completamente nuovi per l’industria delle comunicazioni ottiche.

Dal caos alla precisione
Il punto di partenza del team è stata una domanda apparentemente semplice: qual è il laser più potente che possiamo integrare su un chip? La scelta è ricaduta sui diodi laser multimodo, ampiamente utilizzati in applicazioni mediche e industriali come il taglio laser. Questi dispositivi possono produrre quantità enormi di luce, ma il fascio risulta “sporco” e difficile da controllare per applicazioni di precisione.
Sostituire intere scaffalature di laser individuali con un unico dispositivo compatto
L’integrazione di un simile laser in un chip di fotonica al silicio, dove i percorsi luminosi sono larghi solo pochi micron o addirittura centinaia di nanometri, ha richiesto un’ingegneria molto sofisticata. Il team ha utilizzato un meccanismo di aggancio per purificare questa potente ma rumorosa sorgente luminosa, sfruttando la fotonica al silicio per rimodellare e pulire l’output del laser.

L’infrastruttura del futuro
Il tempismo di questa scoperta non è casuale. Con la crescita esplosiva dell’intelligenza artificiale, le infrastrutture dei centri dati faticano a spostare le informazioni abbastanza velocemente, specialmente tra processori e memoria. I centri dati più avanzati utilizzano già collegamenti in fibra ottica per trasportare dati, ma la maggior parte si affida ancora a laser a singola lunghezza d’onda.
I pettini di frequenza cambiano radicalmente questo paradigma. Invece di un singolo fascio che trasporta un flusso di dati, decine di fasci possono funzionare in parallelo attraverso la stessa fibra. Questo principio, noto come multiplexing a divisione di lunghezza d’onda (WDM), è la stessa tecnologia che ha trasformato internet in una rete globale ad alta velocità alla fine degli anni ’90.

Oltre i centri dati
Rendere i pettini multi-lunghezza d’onda ad alta potenza abbastanza piccoli da adattarsi direttamente su un chip apre possibilità che vanno ben oltre i centri dati. La stessa tecnologia potrebbe abilitare spettrometri portatili, orologi ottici ultra-precisi, dispositivi quantistici compatti e sistemi LiDAR avanzati. “Si tratta di portare sorgenti luminose di livello laboratoriale nei dispositivi del mondo reale”, conclude Gil-Molina. “Se riesci a renderle potenti, efficienti e abbastanza piccole, puoi metterle praticamente ovunque.”
Come sottolinea Lipson, professoressa di Ingegneria Elettrica e Fisica Applicata alla Columbia: “Questa ricerca segna un’altra pietra miliare nella nostra missione di far progredire la fotonica al silicio. Man mano che questa tecnologia diventa sempre più centrale per le infrastrutture critiche e la nostra vita quotidiana, questo tipo di progresso è essenziale per garantire che i centri dati siano il più efficienti possibile.”

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