Soldi facili per i magnaccia italiani? Qualche problemino!
La Commissione Ue ha lanciato ufficialmente il ‘Recovery and Resilience Facility scoreboard’, tabellone virtuale e accessibile a tutti che permetterà di monitorare lo stato di attuazione dei Pnrr nazionali da parte degli Stati membri. Su uno sfondo blu, nel tabellone, si vede la cartina dell’Unione con le risorse assegnate a ciascuno Stato racchiuse in ‘torte’ di colore giallo, la più grande delle quali compare sull’Italia. Nell’introduzione si ricorda che ciascun Paese, nel computo del Next Generation Ue, almeno il 37% delle risorse per obiettivi climatici e almeno il 20 per la digitalizzazione.
Il nuovo ‘Recovery and Resilience Facility scoreboard’ è “un nuovo passo avanti per implementare una strategia di ripresa trasparente”. Lo scrive su Twitter il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, commentando il tabellone virtuale e accessibile a tutti lanciato dalla Commissione europea per permettere di monitorare lo stato di attuazione dei Pnrr nazionali da parte degli Stati membri.
“È bello vedere il tabellone #RRF attivo e funzionante in modo che tutti in Ue possano vedere i nostri progressi con la ripresa”, twitta il vice presidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis. Nello scoreboard sono innanzitutto indicati gli indicatori comuni su cui si basa la valutazione dei Bruxelles connessi ai sei pilastri del Next Generation Ue, ovvero la “transizione green, trasformazione digitale, crescita sostenibile e inclusiva, coesione sociale e territoriale, resilienza istituzionale, sociale, economica e sanitaria, politiche per i giovani”.
Questi indicatori comuni sono quattrodici: “risparmio annuale nel consumo di energia primaria; capacità operativa per ulteriori installazioni di energie rinnovabili; infrastrutture per i carburanti alternativi; percentuale di popolazione tutelata da misure contro i disastri naturali; abitazioni che hanno accesso ad internet ad alta velocità di connessione; sostegno alle imprese per lo sviluppo di servizi e prodotti digitali; utenti di servizi e prodotti digitali nuovi o aggiornati; quantità di lavoratori nel campo della ricerca che ricevono supporto; sostegno alle imprese con particolare attenzione alle pmi; numero di partecipanti a corsi di educazione o formazione; percentuali di occupati o di disoccupati attivi; capacità delle strutture di nuova costruzione o ammodernate che si occupano della tutela della salute; capacità delle aule per l’infanzia, nuove o ammodernate; quantità di persone tra i 15 e 29 anni che hanno ricevuto sostegno”.
L’Italia è sotto la media europea per percentuale di risorse del Pnrr destinate alla transizione green. E’ quanto si evince dal grafico del ‘Recovery and Resilience Facility scoreboard’ sulla stima delle risorse del Next Generation Ue destinate a transizione climatica e la digitalizzazione. La quota minima richiesta dall’Ue per il green è pari al 37% delle risorse, il 20 per il digitale. L’asticella dell’Italia si ferma più o meno a questa soglia, sotto quindi alla “media del 40%” – sottolineata nel tabellone – dei 22 Pnrr giunti finora all’Ue. In coda anche Grecia e Lettonia mentre è il Pnrr del Lussemburgo il più ‘verde’