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La vita è bella

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Si è impiccato per i debiti che aveva, è morto a 37 anni perché la sua società era fallita: la madre accusa i soci, la polizia indaga per scoprire cosa è successo davvero, perché non si esclude che il giovane imprenditore possa essere finito in mano agli usurai. Il cadavere è stato scoperto ieri mattina, era appeso al ramo di un albero all’interno del giardino di una casa cantoniera di Sacrofano: è stato lo zio dell’imprenditore a trovarlo, dopo ore che girava disperato in cerca del nipote.
«Mia sorella sentiva che era successa una disgrazia», ha detto l’uomo alla polizia, «mi ha chiamato in lacrime pregandomi di cercare suo figlio, era preoccupata perché da qualche giorno era strano, sono andato in tutti i posti dove immaginavo che mio nipote poteva trovarsi, luoghi che lui conosceva bene e anch’io. Alla fine l’ho trovato, e mi sono sentito morire anch’io».
L’imprenditore era proprietario con alcuni amici di una società di fitness che era poi fallita, in questa impresa aveva investito tutti i suoi capitali, chiedendo anche dei prestiti. «Mio figlio è come se lo avessero ucciso – ha detto la madre alla polizia – e io so di chi è la colpa, conosco la trappola in cui è caduto. Lo hanno spinto al suicidio perché gli avevano tolto ogni speranza».
L’imprenditore non ha lasciato nessun biglietto alla famiglia, nelle tasche dei vestiti non è stato trovato nulla, il giovane ha però affidato al suo profilo Facebook la propria disperazione. Il 30 novembre scorso sulla bacheca ha scritto l’ultimo messaggio: «Quando pensi di aver perso tutto è troppo tardi per poter recuperare, sentimenti sogni, obiettivi, te stesso. Resti lì a vagare senza meta alla ricerca di qualcosa, quel qualcosa che il tuo cuore spera, ma la tua testa sa che non ci sarà più. Qualcuno dice che è tutto scritto… Sarà così».
Sul suicidio dell’imprenditore indagano gli agenti del commissariato Flaminio, gli investigatori diretti da Angela Cannavale stanno ascoltando i soci e gli amici del giovane e stanno passando al vaglio una serie di documenti e fatture sequestrate in casa del suicida per scoprire a chi aveva chiesto un prestito e se dietro a questo dramma c’è l’usura, oppure una delusione d’amore.

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