Solo oggi si viene a sapere che una insegnante elementare il 7 ottobre legò alla sedia un bambino, perchè era troppo vivace. Robe da matti, sfogano le loro frustrazioni con chi hanno sotto mano. Malesseri sociali sempre più diffusi.
Una maestra e il direttore didattico denunciati. Perché, per “motivi disciplinari”, avrebbero legato alla sedia e imbavagliato un bambino di sette anni “troppo vivace”. E accaduto in una scuola elementare di Salemi, nel trapanese.
I carabinieri hanno iniziato ad indagare dopo che in paese si era sparsa la voce che l’insegnante usasse metodi eccessivamente duri nei confronti dei bambini. Così, in assenza di denunce specifiche, i militari hanno raccolto le testimonianze di genitori e insegnanti e sono venuti a conoscenza che il 7 ottobre la maestra aveva legato alla sedia con una corda un bambino della terza elementare, imbavagliandolo con del nastro adesivo. E che il dirigente scolastico, al corrente dell’accaduto, aveva taciuto il fatto.
E non basta. I brutali “metodi didattici” della insegnante denunciata doveva servire anche a mettere sull’avviso gli altri bambini: mentre il piccolo era legato, sempre secondo quanto appreso dai Carabinieri, la maestra avrebbe scritto alla lavagna la frase “A mali estremi, estremi rimedi”, facendola copiare a tutti altri 12 ragazzini della classe e dicendo loro di impararla a memoria.
S.A. – sono queste le iniziali della docente, che ha 31 anni – deve ora rispondere di sequestro di persona e e abuso dei mezzi di disciplina. Il dirigente scolastico è accusato di omessa denuncia.