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L’acqua alla gola

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Che le nuove tariffe dell’acqua sarebbero aumentate già si sapeva. A dicembre 2013 l’Autorità dell’energia elettrica, il gas e il sistema idrico aveva annunciato la rivoluzione copernicana del settore: rincari concessi ai gestori che investono sul sistema idrico. Ieri l’aumento è stato quantificato: in media +3,9% nel 2014 e +4,8% nel 2015. Con anche la novità che si tratta di un metodo di calcolo per la prima volta omogeneo in tutta Italia.
Gli utenti interessati sono 40 milioni, ma di questi quasi 6 milioni hanno avuto una riduzione del 10% nella bolletta. L’aumento per la stragrande maggioranza dei consumatori è legato alla ripresa degli investimenti «che erano fermi da decenni» da parte delle aziende che erogano i servizi idrici. Lo ha spiegato il presidente dell’Autorità per l’energia, Guido Bortoni, a Milano per fare il punto sull’attività dell’Authority nel corso della Conferenza nazionale sulla regolazione del comparto. Nei prossimi quattro anni risultano attivati 4,5 miliardi di investimenti per nuove infrastrutture, tutela ambientale e miglioramento dei servizi, un valore pari a quello degli impianti finora realizzati. In realtà il sistema idrico del Paese avrebbe bisogno di investimenti ben maggiori. Solo un anno fa l’Authority spiegava che per superare le carenze croniche e mettersi in regola con gli adempimenti europei sarebbero stati necessari oltre 25 miliardi in cinque anni.
Resta il fatto che per le famiglie si tratta di un esborso ulteriore in un momento di crisi, come denunciato dalle associazioni dei consumatori. Per Elio Lannutti dell’Adusbef, l’Authority ignora i risultati del referendum 2011 contro la privatizzazione dell’acqua e «continua a stangare i consumatori deliberando aumenti e rincari sulle bollette, attribuendo tali oneri impropri alla “ripresa degli investimenti” delle aziende idriche, che non si comprende perché devono essere sopportate dalle famiglie». L’Adusbef ha calcolato «un aggravio pro capite sulle bollette 2014-2015 di oltre 130 euro a famiglia, per finanziare gli investimenti di nuove infrastrutture, che in un regime di libero mercato spettano esclusivamente alle imprese». Bortoni nella sua relazione ha ricordato che «con oltre 20 sentenze emesse nel corso del 2014 il Tar Lombardia ha respinto interamente i ricorsi presentati, contro il nuovo metodo tariffario dell’Autorità, da parte di alcuni soggetti che ne reclamavano l’illegittimità rispetto al portato referendario, nonché da parte di imprese di gestione».
Quanto ai quasi 6 milioni di consumatori che avranno lo sconto del 10% in bolletta, il motivo è legato al loro gestore, che non ha inviato in tutto o in parte i dati richiesti ai fini tariffari. I «colpevoli» sono oltre 1.250, si tratta di municipalizzate piccole o piccolissime e la decisione dell’Authority del taglio della tariffa è una sorta di punizione per le gestioni inadempienti. Il Metodo tariffario idrico, che assorbe tutte le regolazioni passate, prevede quattro diversi tipi di schemi tariffari, rispetto ai quali ciascun soggetto competente può individuare la soluzione più adatta a seconda dei propri obiettivi di sviluppo e delle peculiarità territoriali.
Bortoni nella sua relazione ha anche ricordato che nel corso del 2014 si è concluso il procedimento per la restituzione ai consumatori della componente tariffaria relativa alla remunerazione del capitale, abrogata con il referendum del giugno 2011. Il rimborso riguarda i 5 mesi dalla consultazione popolare fino all’entrata in vigore, il primo gennaio 2012, del metodo tariffario transitorio con cui l’Authority ha eliminato la remunerazione del capitale investito nel rispetto del principio del full cost recovery . Il rimborso andrà a 14 milioni di utenti domestici per un valore di 55 milioni di euro (in media 3,9 euro a consumatore).

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