Domani inizia uno stupido braccio di ferro. Pensate a fare i muscoli!
Domani 6 agosto, anniversario del genocidio nucleare di Hiroshima, verrà varato l’uso improprio del Green Pass, concepito inizialmente per favorire gli spostamenti, il rilancio dell’economia e il turismo. In Italia, in Francia, in Grecia e a Cipro è diventato un modo per spingere i non vaccinati a farlo fino a raggiungere la soglia del 70% della popolazione (e non della popolazione adulta) che viene considerato il minimo per raggiungere l’immunità di gregge.
Non so cosa accada in Grecia e a Cipro, ma da noi e in Francia questa scelta si sta rivelando deleteria per il turismo e per l’economia. Né potrebbe essere diversamente perché di certo i non vaccinati non sono invogliati a recarsi in nazioni con queste regole, tant’è che gli annullamenti delle prenotazioni si susseguono a pioggia.
Green Pass ed economia
La Francia come al solito fa le cose senza mezze misure. Il pass è attivo dal 21 luglio ma da lunedì prossimo, a meno di qualche calmiere introdotto all’ultimo istante dai giudici, non solo l’accesso al chiuso a bar e a ristoranti ma perfino all’aperto verrà vietato a chi non abbia il Green Pass oppure un test molecolare delle ultime 48 ore, idem negli hotel e nei trasporti nazionali. Noi siamo più furbi: all’aperto si può andare, negli hotel non è richiesto (!!!), per i trasporti se ne riparla a settembre e il test vale per una settimana. Ciononostante le disdette sono anch’esse pandemiche. Anche questa misura mostra l’inefficienza e il pressapochismo di una classe dirigente chiamata a gestire situazioni complesse. Ed è qui che una forza politica dovrebbe farsi sentire, prospettando soluzioni alternative e partecipando alla loro organizzazione. Qui e non nella guerra di religione tra opposti psicopatici la cui demenza ha preso in ostaggio le reti e i media.
Qui e non nella disputa tra opposti egoismi su questioni di presunte libertà (quali di grazia?) che sarebbero a rischio o di eccessive libertà che metterebbero in pericolo la salute di tutti.
Dal punto di vista ideologico è uno scontro tra fondamentalismi beceri di matrice liberale (gli anti) e di matrice comunista (i pro). Robaccia!
Quel che mi piace
Ho detto e ribadito che quanto accade è per me positivo perché viene giù la maschera della democrazia, perché il decisionismo – sia pur tirannico – avrà effetti importanti nelle contese mondiali, perché lo sputtanamento del Parlamento e la messa in chiaro dell’importanza molto relativa delle soluzioni elettorali non possono non avere conseguenze positive sulle concezioni politiche e infine perché lo scompaginarsi delle fasce produttive e l’evidente assenza di qualsiasi strumento utile a rappresentarle le costringerà alla costruzione di autonomi contropoteri per non scomparire, e sono certo che non scompariranno.
Questo non vuol dire che io guardi di buon occhio i cialtroni che stanno accompagnando questo processo né che abbia dimenticato chi essi sono. Non è un tanto peggio, tanto meglio, ché questa è un’idiozia, e neppure la tentazione di accelerare il processo disgregativo. È, al contrario, una lettura degli effetti collaterali di un fenomeno, effetti collaterali che sono a mio avviso forieri di potenzialità, con, al contempo, la consapevolezza che tutto quello che dovremmo difendere dal punto di vista non socioeconomico (questo ci sta) ma di “libertà civili” e di “spazi di democrazia” non merita neppure un secondo d’impegno da parte di chi non sia confuso di testa o spiritualmente poca cosa.
Quelli che ti farebbero amare persino il Grande Fratello
Certo, se uno scorre i social, la tentazione di passare con i nuovi tiranni è difficile da tenere a freno. I novax con la stella gialla sul petto, il Green Pass rinominato Nazi Pass, le svastiche dipinte sui portali delle chiese dei parroci vax, la crociata per la difesa di Parlamento, Democrazia, Costituzione, l’assimilazione di divieti d’ingresso al bar all’invio al confino a Ventotene, le accuse di Nuovo Fascismo, una realtà denominata Lager a cielo aperto, la richiesta di un Processo di Norimberga, rappresentano il becero e stupido condensato collettivo delle viscere ignoranti e delle pulsioni ignobili della plebaglia protagonista della democrazia diffusa, che è madre e figlia di ogni tirannia e che si merita appieno quella contro cui guaisce.
È umano e troppo umano, ma veder soffrire gente che si esprime così non può che fare piacere.
Tuttavia non si vive di soli piaceri personali e si deve quindi agire per spezzare la tenaglia, non per sostenerne una ganascia.
Intervenire quindi, ma come?
La Lega
Un partito politico può cavalcare questa guerra di religione tra deficienti in un solo modo: per capitalizzarne i voti. Poiché questa guerra civile tra mentecatti attraversa tutte le famiglie, tutti i partiti, tutte le culture politiche, divaricandoli impietosamente, dato che i partiti politici sono esclusivamente delle imprese economiche di gestione del denaro pubblico e dei dispensatori di fiction in cui si riconoscono volutamente i sudditi, tanto di cappello alla Lega che sta occupando con uomini diversi entrambi gli schieramenti, evitando così di farsi mettere all’angolino. Ripete la politica del doppio binario del Partito socialista di prima di Craxi: al governo e all’opposizione.
Sindacati?
Una forza sociale (diciamo un sindacato) può intervenire per mediare le istanze; per farlo deve però essere espressione di un potere contrattuale che non sappiamo più quale sia. Il salariato oggi è un miracolato, sfruttato, in bilico costante. Non può fare altro che protestare, lamentarsi e invocare diritti. Non ce la farà a ottenere qualcosa di significativo fino a quando non si realizzeranno delle vere e proprie organizzazioni economiche socializzate, dal mutuo soccorso inter-categorie alle finanziarie che salvaguardino i piccoli produttori e il lavoro indotto.
Non è qualcosa di così assurdo né di così impossibile da realizzarsi; ritengo che avverrà da sé in un futuro abbastanza vicino. Tuttavia ad oggi nessuna forza sociale che non sia venduta, pagliaccesca o ingannevole può intraprendere una contesa senza sapere che non ha chances. Può invece (e lo spiega bene il leninismo) impegnarsi per ridurre gli effetti della sconfitta e per organizzarsi quotidianamente per le future prospettive.
Casaggì, CasaPound e chi invece si fa trascinare
Un movimento politico è forzatamente ostaggio dei sentimenti generali che sono a loro volta ostaggio di un’ipnosi delirante. È quindi molto difficile che riesca a esprimersi in modo dignitoso e corretto e che non diventi, invece, la raffigurazione dell’isteria buffonesca più estrema della psicopatia stravaccata che va in scena ovunque.
Per evitare che ciò accada esso deve puntare al sostanziale, alle questioni centrali, alle cose serie, e cercare di esporre linee e proposte che vadano nella direzione della rettifica, della costruzione del contropotere. È molto dura, tant’è che un po’ ovunque in Europa i movimenti scivolano alla retroguardia della cagnara contribuendo a fornire un’immagine patetica e imbarazzante di quanto viene definito destra radicale. Non è sempre così. Non lo è nei movimenti giovanili che hanno un’articolazione e una dialettica politica (come Casaggì), non lo è per CasaPound che ha espresso posizioni sobrie e laiche e non si è fatta trascinare nel fondamentalismo dei minus habens. Il che, va sottolineato, non era impresa facile.
Corretto è opporsi se si va a costruire opposizione e se a quell’opposizione costituita si danno concezioni e prospettive proprie, se non si fa da megafono agli strilli del maiale, se di fronte a qualsiasi scatenamento di stato di folle non si è medium ma pontifex et rex.
L’essenziale
Una persona centrata può partecipare o meno ad impegni politici e sociali, ma qualunque sia il suo coinvolgimento non può che assurgere alla dimensione di anarca, decidendo per sé la legge e pagandone il prezzo, qualsiasi sia la scelta che faccia nel contingente. Ma deve soprattutto recuperare la sensibilità metafisica e l’ironia necessaria per accompagnare questa farsa patetica dell’umanità terminale come è necessario: ridendo di tutte le umane commedie e di tutte le umane tragedie come insegnò Zarathustra. Fermo restando che quest’umanità non è all’altezza di nessuna tragedia neanche quando la subisce: la vuole esorcizzare e non ci riuscirà. Aggiungerei per fortuna!