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L’Amascord di Napolitano

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L’uccisione di Giancarlo Esposti e il suo famoso identikit

Trentotto anni fa, il 30 maggio, a Pian del Rascino, Rieti, veniva ucciso dai carabinieri  – in un conflitto a fuoco stando alla ricostruzione ufficiale – Giancarlo Esposti, un militante fascista milanese.
Due giorni prima era stata consumata la strage di Piazza della Loggia, Brescia.
I servizi, più o meno in contemporanea con l’uccisione di Esposti, diramarono l’identikit dello stragista di Brescia. Era il ritratto di Esposti; ma c’era un particolare che i servizi non potevano sapere: Giancarlo si era fatto crescere la barba da oltre un mese. Sicché quel “provvidenziale” identikit si rivelò inefficace e cadde nel dimenticatoio.
Fu il primo dei depistaggi su Brescia. Se li analizziamo ci rendiamo conto che sono volti, tutti, nessuno escluso, ad incriminare l’estrema destra e talvolta anche ad ignorare forzatamente altre piste su cui pur esistevano indizi.
Tutto il contrario di quanto ha affermato l’altro ieri il presidente della Repubblica, Napolitano, che ha dimostrato quanto meno una memoria assai selettiva e una forte tendenza all’amnesia che è difficile attribuire esclusivamente all’età.
 

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