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L’amico americano

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Wall Street e l’Eliseo a braccetto contro Strauss-Kahn?

In Francia sono molti a credere alle “conspiracy theories” secondo le quali dietro alle accuse di violenza sessuale a Dominique Strauss-Kahn ci sono oscuri disegni che potrebbero essere riconducibili alla sua intenzione di candidarsi alle presidenziali francesi il prossimo anno. E adesso a gettare benzina su questo fuoco è arrivato un articolo sullo Huffington Post, giornale online di proprietà di Aol, gigante dei servizi Internet. Secondo il quale il capo della polizia di New York, Ray Kelly, non ha fatto nulla per fermare le fughe di notizie che hanno fatto apparire Dsk in cattiva luce, ma non solo: è anche amico del rivale politico di Strauss-Kahn, il presidente francese Nicolas Sarkozy.
Il giornalista investigativo Len Levitt (non un ignoto, va detto, ma un nome rispettabile con una onorata carriera dall’Associated Press a Newsday) ha osservato che Kelly aveva reagito con furia alle fughe di notizie in casi precedenti, ordinando inchieste che avevano messo nei guai vari funzionari di polizia. Stavolta invece, di fronte al passaggio alla stampa di notizie come il ritrovamento di sperma geneticamente compatibile con Strauss-Kahn, non ha fatto molto di più che esprimere generico disappunto.
A questo il cronista aggiunge che Kelly ha ricevuto la Legion d’Onore francese, onorificenza rara e prestigiosa, nel 2006 per meriti antiterrorismo: e direttamente dalle mani dell’allora ministro Sarkozy, che in seguito lo ha invitato a Parigi. E in Francia Kelly va spesso, per recarsi alla sede dell’Interpol, a Lione. Basta per trarre conclusioni cospiratorie? No di certo, e Levitt stesso lo dice. Ma osservando che la reazione del capo della polizia di New York a fughe di notizie precedenti era stata “feroce”.
In particolare fa notare Levitt che Ray Kelly non si è peritato d’identificare la fonte delle accuse nei confronti del dirttore dell’FMI, malgrado le conseguenze devastanti per l’accusato, mentre era stato sempre molto prudente in casi analoghi, come nell’affare di Imette St. Guillen.
Bruno Roger-Petit sul Nouvel Observateur si è chiesto perché mai la stampa francese taccia i legami tra il capo dela polizia newyorchese e il presidente dei francesi. Una connivenza definita “chiarificatrice” per il caso Strauss-Kahn.
Il 3 giugno poi il sito di Le Point aveva rivelato i retroscena di un incontro avvenuto a New York il 16 maggio, ovvero due giorni dopo l’arresto di Strauss-Kahn, tra il procuratore capo incaricato dell’affare,  Cyrus Vance Jr e il procuratore di Parigi, Jean-Claude Marin. Il che non ha fatto che alimentare i sospetti di una macchinazione coordinata tra gli Usa e l’Eliseo.

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