domenica 22 Dicembre 2024

L’Aquila e i beccamorti

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Tensione alla manifestazione dei cittadini aquilani ieri mattina a Roma. Due giovani sono rimasti feriti negli scontri scoppiati in pieno centro nella Capitale tra i manifestanti le forze dell’ordine. La tensione è salita quando la polizia ha bloccato il corteo che da Piazza Venezia si stava dirigendo verso la Camera per continuare lì la sua protesta.
Grazie a una trattativa con gli organizzatori e alcuni funzionari, il blocco è stato superato, ma poco dopo i manifestanti sono stati nuovamente bloccati su via del Corso all’incrocio con via di Pietra. Le condizioni dei feriti non destano preoccupazione. Uno dei due è stato colpito al volto ed è uscito dal corteo con il viso completamente sanguinante.
Si cerca ora di far ritornare la calma tra gli aquilani, che avanzano al grido “l’Aquila, l’Aquila”. Il corteo è arrivato nei pressi di piazza Montecitorio, dove è in corso anche la manifestazione delle associazioni di disabili contro la manovra, e successivamente dovrebbe dirigersi verso il Senato.
I cittadini protestavano  per chiedere una legge organica per la ricostruzione. La protesta è anche per il pagamento delle tasse che da dicembre i cittadini dovrebbero ricominciare a pagare al cento per cento.
”Finora – dicono alcuni organizzatori del Comitato 3.32 – ci hanno preso in giro e non hanno mantenuto le promesse. Vogliamo che venga detta la verità perché l’Aquila non è mai stata ricostruita. Inoltre vogliono tornare a farci pagare, a partire da dicembre, il 100% delle tasse. Una cosa inaudita se si pensa che in altri terremoti, come quello dell’Umbria, dopo 12 anni hanno ricominciato a pagare le tasse ma solo al 40%”.
L’opposizione aquilana ha spesso usato  in passato per le manifestazioni a Roma delle comparse romane. E i filmati di ieri, zeppi di personaggi dei centri sociali capitolini, hanno confermato la tendenza.
Il Pd sta cercando fin dal primo giorno di dare un’immagine di L’Aquila come città abbandonata dal governo. Per mesi e mesi non è però riuscito a ingannare nessuno.
La prima emergenza è stata infatti gestita bene dal Governo,  molto al di sopra di qualsiasi aspettativa. La seconda emergenza no. Urgono realmente un sostegno all’economia e la Zona Franca Urbana: subito.
Non dimentichiamoci  che quest’impasse è anche il prodotto del colpo di mano con il quale hanno fatto fuori Bertolaso e accerchiato Berlusconi costringendolo ad occuparsi d’altro.
L’Aquila è circondata da beccamorti che la vogliono in ginocchio per poter scatenare i più bassi istinti umani contro coloro che hanno avuto il torto, almeno finora, di tirar fuori la popolazione dal disastro contro ogni pronostico e ogni cassandra.
Questo, per certa gente che vive di risentimento, d’invidia e di sedizione, è un delitto imperdonabile. E questo veleno falsa il quadro sia in un senso (se lo si accetta per buono) sia in un altro, ovvero se ci si limita a rifiutarlo in sprezzo agli avvelenatori, trascurando così quanto di valido e sensato c’è nella protesta oltre la sua squallida strumentalizzazione.

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