Nelle arti marziali filippine , in particolare nel Kali , si possono rintracciare tecniche portate in Oriente da mercenari italiani, veri eredi dei gladiatori, al seguito dei primi esploratori portoghesi.
Quando Magellano giunse nelle Filippine aveva all’interno del suo equipaggio diversi italiani, quasi tutti mercenari ed unici eredi dell’Ars Gladiatoria romana, la quale era sopravvissuta nei secoli attraverso le varie scuole di combattimento sparse lungo la penisola italica e che in alcuni casi era stata addirittura codificata , come nel “Flos Duellatorum” del maestro d’armi friulano Fiore dei Liberi. Nel Kali, arte filippina del combattimento totale , ritroviamo , specialmente nella scherma di coltello e nell’uso delle varie armi da taglio , colpi , ma anche leve e chiavi articolari mutuate direttamente dall’antichissima arte gladiatoria romana. Lo stesso vale per le altre forme di combattimento sviluppatesi posteriormente o contemporaneamente a quella filippina, come il Silat indonesiano. La piu’ antica tradizione guerriera d’Occidente rivive in Oriente.
(“Le arti marziali italiane” di Maurizio Maltese, Edizioni Mediterranee.)