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L’asse della pace

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Tra Parigi, Berlino e Mosca sta nascendo, pur tra mille incertezze, l’asse dell’indipendenza europea e della pace mondiale. Parola di Henri de Grossouvre, astro nascente della nuova geopolitica francese ed autore di un fondamentale libro sull’argomento.

Dopo la dichiarazione comune di Francia, Germania e Russia il 10 febbraio 2003, l’asse Parigi-Berlino-Mosca ha provato di incarnare l’asse della pace: “C’è ancora un’alternativa alla guerra. L’uso della forza non potrà costituire che un’ ultima risorsa. La Russia, la Germania e la Francia sono determinate a dare tutte le possibilità di disarmo all’Iraq in condizioni di pace”. Il nostro libro “Parigi-Berlino-Mosca” pubblicato nel maggio del 2002 [disponibile ora anche in traduzione italiana: Henri de Grossouvre, Parigi Berlino Mosca, Fazi Editore, 18 € – ndr] portava già il sottotitolo “la via dell’indipendenza e della pace”. Questo libro spiegava come, da Charles de Gaulle fino ad oggi, la Francia e la Germania, allorché cooperano e s’intendono su degli obiettivi comuni, siano sempre state in grado di strappare l’adesione dei loro partner europei. Questo libro spiegava anche come e perché la messa in opera di un partenariato strategico tra l’Unione Europea e la Russia attorno ad un asse ideale Parigi-Berlino-Mosca permetterà all’Europa di risolvere le grandi sfide del XXI secolo: l’energia, la sicurezza, lo spazio e il dominio delle alte tecnologie. Questo libro proponeva delle soluzioni concrete e pragmatiche per gli ambiti istituzionali, economici, strategici e politici. Il caso specifico della posizione comune di Francia, Germania e Russia sull’Iraq ci lascia intravedere il potenziale dell’asse Parigi-Berlino-Mosca.



È certamente verosimile che l’asse Parigi-Berlino-Mosca non sopravvivrà, a corto termine, alla crisi irakena. Ma la posizione comune tripartita avrà rivelato il potenziale operazionale che custodisce questa alleanza continentale, poiché Parigi, Berlino e Mosca sono sempre stati e resteranno i tre grandi centri di gravità geopolitica maggiori del continente europeo. In Francia, l’abilità di de Villepin, gli avvenimenti internazionali e la coesione ritrovata dell’esecutivo hanno permesso a Jacques Chirac di assumere sulla scena mondiale una missione di resistenza gollista per la quale non sembrava predestinato. Negli ambiti prioritari delle cooperazioni franco-tedesche e franco-russe, il capo della diplomazia francese accumula i successi. Ha trovato un compromesso sul PAC ed ha così rinnovato il dialogo franco-tedesco, poi ha contribuito in maniera decisiva a trovare un accordo sulla questione di Kalinigrad, e, infine, ha lavorato al ribaltamento totale della politica di Jacques Chirac nei confronti della Russia. Organi come il consiglio di cooperazione franco-russo sulle questioni della sicurezza rinforzano le collaborazioni già quotidiane tra i Ministeri della Difesa dei due paesi ed i loro servizi di informazione militare. Il dialogo energetico che era al centro degli incontri intergovernativi franco-russi del novembre 2002 è, infine, ugualmente seriamente avviato. Ormai, Dominique de Villepin e Joschka Fischer rappresentano personalmente i loro paesi ai lavori della convenzione e coordinano efficacemente le loro azioni. L’apertura di un centro culturale comune franco-tedesco a Mosca dovrebb

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