sabato 20 Luglio 2024

L’atro Lockerbie

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Ma anche in questa ricostruzione si omette di parlare dello scontro tra Cia e Mossad

 

Qualcuno il Libia vuole riaprire il caso Lockerbie, l’attentato del 1988 al volo Pan Am 103 che uccise in Scozia 270 persone, per lo più cittadini statunitensi. Ignoti hanno rapito a Tripoli Abu Agila Mohammad Masud, ex agente dell’intelligence sospettato di aver costruito la bomba usata nell’attacco terroristico. Ad annunciarlo è stata la famiglia dell’ex ufficiale libico, denunciando il “silenzio” delle autorità che, in effetti, non hanno rivelato alcun dettaglio. Chi e perché ha rapito Masud, che oltretutto risultava essere in custodia non più di un anno fa?

Un dossier chiuso, anzi no
Il caso risale al 1988 quando una bomba esplose a bordo dell’aereo di linea statunitense, che si schiantò sul villaggio scozzese di Lockerbie uccidendo tutti i 259 passeggeri e 11 residenti locale. Il dossier venne chiuso nel 2008, quanto l’allora Jamahiriyya del colonello M’uammar Gheddafi ammise la responsabilità e pagò un maxi-risarcimento alle famiglie delle vittime. Ma dodici anni più tardi, il dipartimento di Giustizia Usa ha sporto una denuncia penale contro Masud, sospettato di aver assemblato il dispositivo che ha fatto saltare in aria il volo Pan Am 103. Non solo. Secondo la giustizia Usa, Masud sarebbe anche coinvolto nell’attentato del 1986 alla discoteca LaBelle di Berlino, nella Germania occidentale, che ha ucciso due militari americani e una cittadina turca. Nel novembre 2021, la ministra degli Esteri del Governo di unità nazionale (Gun), Najla el Mangoush, ha ammesso in un’intervista all’emittente televisiva britannica Bbc che la Libia potrebbe estradare Masud negli Stati Uniti. In concomitanza con l’intervista di Mangoush, il primo ministro libico Abdulhamid Dbeibah ha chiesto che il fascicolo fosse riaperto e che le persone coinvolte nel “caso che ha causato tante sofferenze” fossero ritenute responsabili.

Il rapimento e i sospetti sulle milizie
Secondo una dichiarazione attribuita ai familiari di Masud, persone armate non identificate hanno fatto irruzione nella casa della famiglia nella zona di Abu Salim in piena notte, portando l’ex agente dell’intelligence ricercato dagli Stati Uniti verso una destinazione sconosciuta a bordo di due veicoli fuoristrada. L’area in questione è territorio della milizia Ghaniwa, che fa capo a Abdelghani al Kikli, tra i miliziani più potenti e noti in circolazione, già capo della Forza di sicurezza centrale di Abu Salim, ex milizia formata dopo il 2011 in uno dei più popolosi quartieri della capitale. Oggi la milizia Ghaniwa è inquadrata nell’Autorità di supporto alla stabilità (Ass), apparato di sicurezza creato nel gennaio 2021 e che è considerato la “longa manus” del premier Dabaiba.

Cui prodest?
Il ministero della Giustizia del Governo di unità nazionale della Libia ha affermato in un comunicato stampa che il caso dell’attentato di Lockerbie del 1988 è “completamente chiuso dal punto di vista politico e giuridico, in conformità con l’accordo concluso tra Libia e Stati Uniti nel 2008”. E la Camera dei rappresentanti nell’est della Libia dominata dal generale Khalifa Haftar ha annunciato il “rifiuto categorico” dei tentativi di riaprire il dossier e di consegnare Masoud agli Stati Uniti. Tutti smentiscono, ma allora chi è responsabile di questo ennesimo arresto extra-giudiziale in Libia? Abdel Moneim al Arfi, membro della Camera dei rappresentanti libica della città di Al Marj (Libia orientale), ha dichiarato all’Agenzia Nova che “chi sta cercando di riaprire il caso Lockerbie, che sia parti libiche o straniere, vuole ricattare lo Stato libico”. A ben vedere, l’ipotesi più accredita resta quella che  Masud sia stato rapito qualcuno che vuole acquistare benemerenze con l’occidente, e in particolare con gli Stati Uniti.

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