venerdì 19 Luglio 2024

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 Sfiorata e mancata strage col fuoco a Casapound Bologna

Raid incendiario alle prime ore dell’alba contro la sede di Casapound Bologna, in piazza di porta Castiglione. Verso le 4.30 qualcuno ha appiccato fuoco alla porta in legno della palazzina, dove oltre agli uffici c’è anche l’appartamento in cui vivono il leader del movimento, Alessandro Vigliani, 30 anni, e la sua fidanzata, 29 anni al quarto mese di gravidanza. Entrambi sono stati costretti a calarsi da una finestra per mettersi in salvo, e la giovane, per lo spavento e una lieve intossicazione da fumo, è stata portata in ambulanza all’ ospedale Sant’Orsola, dove è stata medicata e dimessa con una prognosi di sei giorni. Il rogo, secondo la polizia, è di chiara matrice dolosa: davanti alla porta sono stati trovati scampoli di stoffa imbevuti di liquido infiammabile e i resti di una tanica in plastica da cinque litri. Non sono invece state trovate scritte, nè altre tracce di rivendicazione. Sull’episodio ha avviato indagini la Digos. «Non vogliamo dare troppo spazio alle azioni di quattro codardi che non meritano nessun rispetto», ha commentato Vigliani in una nota in cui ha ricostruito l’accaduto. «Vogliono intimidirci, ma se pensano di farlo si sbagliano di grosso», ha concluso il leader di Casapound Bologna, che si aspetta «la solidarietà da tutte le forze politiche». (ANSA).

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“Un vile attentato la cui mano è sconosciuta solo a chi non vuol vedere”. Gianluca Iannone, presidente di Casapound Italia commenta l’attacco incendiario portato stamane alle 5 alla sede di Bologna dell’associazione da lui presieduta.
“Al’interno dei locali vi erano Alex Vigliani, responsabile cittadino di Casapound Italia, e la sua compagna, incinta. Solo il caso ha voluto che siano riusciti ad uscire prima che il fumo invadesse l’ambiente con conseguenze che non vogliamo immaginare.
“A Bologna – continua Iannone – è in atto da ormai un anno un continuo attacco alla nostra associazione. Attacchi verbali, con aggressioni, intimidazioni, danneggiamenti vari ed ora anche gli attentati incendiari. Il tutto nell’assoluto e colpevole silenzio delle istituzioni.
“Sappiamo bene che chi perpetua queste politiche di stampo mafioso gode dell’appoggio istituzionale di rappresentanti cittadini e di quartiere. Tutto ciò non può essere più tollerato”
“Chiediamo – conclude Iannone – Che le istituzioni bolognesi, con il sindaco uscente in testa ed i candidati in corsa per la poltrona, prendano posizione immediata di condanna e diano fattiva prova di solidarietà recandosi a vedere con  propri occhi il risultato della politica attuata da chi concepisce l’infamità e la vigliaccheria come stile di vita”

 

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