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Le stragi e la controverità

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Uno dei tanti motivi per i quali non si riesce a fare giustizia

 

In quanto alle stragi “fasciste”, un’operazione per la verità è in programma già nel 2019.
Telegraficamente ecco il quadro reale e quello delle falsità.

– 12 dicembre 1969, strage alla Banca dell’Agricoltura di Milano. L’unica senza prove: tuttora esiste un contenzioso tra la pista Valpreda e quella del gruppo Freda. In realtà esistono indizi molto forti che indicano il gruppo Feltrinelli. Nessuna condanna.

– 8 maggio 1974: strage in piazza della Loggia a Brescia. Presenti sul posto e con comportamento clandestino e operativo: partigiani comunisti ancora in attività, leaders brigatisti dell’ala Superclan (quella da cui sorgerà Hypérion), l’associazione Italia-Cuba e agenti tedeschi della Hva della Stasi. Le indagini nella loro direzione da parte della Magistratura e della Questura vengono bloccate dal governo che affida i depistaggi a figure losche, come il capitano Delfino, che dopo una rapida carriera verrà totalmente degradato per il ruolo svolto nel sequestro Soffiantini. Dopo una serie di accuse false e di piste architettate e il reiterato rifiuto dei tribunali di ascoltare le registrazioni telefoniche o di prendere in considerazione i rapporti della Germania Orientale che confermano la matrice rossa del massacro, si condannano in via definitiva Carlo Maria Maggi (che morirà il 26 dicembre del 2018) e tal Maurizio Tramonte, palesemente innocenti.

– 4 agosto 1974: strage dell’Italicus. Emergono in maniera schiacciante le responsabilità di gruppi terroristici comunisti legati agli apparati internazionali e al mondo dello spettacolo. Probabile vittima designata: Aldo Moro che doveva essere a bordo. Nessuna condanna.

– 2 agosto 1980: strage alla stazione di Bologna. Presenti ancora una volta leaders brigatisti dell’ala Superclan e agenti tedeschi dell’Hva della Stasi. Pur di nascondere le prove della matrice della strage viene fatto sparire un cadavere, viene celata la presenza di un altro, viene restituito a un esponente di Barbagia Rossa il passaporto smarrito sul luogo. Per depistare dalla presenza del corpo di un compagno romano che ha in tasca elementi che portano a Parigi, Lotta Continua stila addirittura un falso diario, mentre Guido Paglia, giornalista dei servizi, depista contro Terza Posizione, coadiuvato dall’agente Nato Amos Spiazzi.
I dirigenti di TP saranno oggetto di tre false piste compilate insieme dalla P2,e dalle dirigenze dei servizi italiani, francesi, americani e israeliani (Bologna chiama Ustica…) Persino l’informativa del Sisde sul modo in cui la strage è stata effettuata (“i portatori dell’esplosivo, ignari, sono stati sacrificati a distanza”) viene accantonata, mentre le perizie sull’esplosivo vengono costantemente inquinate.
In compenso sono state comminate tre assurde condanne in via definitiva a destra: Luigi Ciavardini, Giuva Fioravanti e Francesca Mambro e oggi si procede nei confronti di Gilberto Cavallini.

La matrice nera delle stragi è stata quindi funzionale a nascondere la verità e a favorire il grande abbraccio Dc-Pci.
La sola positivamente ascrivibile all’estrema destra, ma a obiettivo mirato, fu quella di Peteano dove, il 31 maggio 1972, un’automobile carica d’esplosivo falciò tre carabinieri richiamati telefonicamente sul luogo.

Esistono poi attentati in cui i bombaroli sono morti o sono stati catturati sul posto. Ovviamente a proposito di questi attentati (in cui è sempre presente la rete Superclan) si fischietta affinché siano dimenticati.

Maria Angeloni salta in aria ad Atene il 2 settembre 1970.
Giangiacomo Feltrinelli salta in aria sul traliccio di Sagrate il 14 marzo 1972.
Gianfranco Bertoli viene catturato sul posto dopo aver compiuto il massacro davanti alla Questura di Milano il 17 maggio 1973.

La storia continuano a raccontarcela stravolta.

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