In maniera farraginosa e inesatta Imposimato infine intravede la luce
Il Gruppo internazionale Bilderberg è implicato nelle stragi degli anni Settanta e Ottanta in Italia operate prima dai nuclei terroristici neri e poi dalla mafia. A rivelarlo è il Presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, Ferdinando Imposimato, durante la presentazione napoletana del suo nuovo libro “La repubblica delle stragi impunite”. Il primo a scoprirlo fu il giudice Alessandrini (che indagò sulle trame nere e fu ucciso da Prima Linea) precisa Imposimato. “Ormai sappiamo tutto – ha concluso l’ex magistrato e parlamentare di sinistra – della strategia del terrore, che fu attuata dalla struttura Gladio (Stay Behind) in supporto ai servizi segreti (non deviati) italiani” conferma Imposimato “La strategia serviva a spostare gli equilibri politici da destra verso il centro-sinistra, verso sinistra ed era orchestrata dalla Cia”.
In meno di tre minuti di una frettolosa intervista video Fernando Imposimato offre una sintesi sublime del pensiero dietrologico e pistarolo. Agli esperti non sarà sfuggita il riferimento esplicito alla tesi di Vinciguerra, alla dottrina “destabilizzare l’ordine pubblico per stabilizzare l’ordine politico”
http://www.fascinazione.info/2013/01/bilderberg-dietro-le-stragi-nere-e.html
Caotico, farraginoso e inesatto ma almeno stavolta un po’ di luce la s’intravede.
Intanto, benché ci sia interrelazione anche stretta tra i due organismi, a gestire la strategia stragista e l’avanzata verso il compromesso storico fu piuttosto la Commissione Trilaterale.
I mafiosi vennero incaricati dell’esecuzione solo dopo il 1980. Prima questa era affidata non a “nuclei terroristici neri” ma a gruppi di colore opposto, legati al Superclan, all’Hypérion e ad un groviglio di servizi collegati sia tra loro che con i guerriglieri tramite appunto la Trilaterale.
Da rilevare però che il giudice Imposimato ha colto la matrice mondialista dello stragismo e finalmente – era ora! – c’è qualcuno che ha concluso che il suo scopo non era quello di frenare l’avanzata del partito comunista verso il governo bensì l’esatto opposto, come sosteniamo da sempre.