Home Storia&sorte L’Estonia la scrive chi la vince

L’Estonia la scrive chi la vince

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Un monumento dedicato alle SS Estoni cadute nella seconda guerra mondiale. Il governo ordina di abbatterlo e la popolazione locale si ribella fra scontri, atti di vandalismo e tante polemiche.


TALLINN – A far notizia stavolta, anche nei notiziari del canale satellitare Euronews, e´ Lihula, piccolo centro dell´Estonia occidentale. Tutto e´iniziato lo scorso 20 agosto quando nel paese si celebrata una piccola festa per il nuovo monumento della liberta´ in onore delle unita´combattenti delle SS estoni. Il momunento raffigura un soldato in uniforme tedesca che brandisce un´arma. Un´iscrizione ricorda e rende omaggio alle vittime estoni cadute con le divise delle SS estoni. Apriti cielo! In breve la notizia finisce sulle cronache nazionali ed il fatto crea imbarazzo nel governo del paese, pressato immediamente dalla rappresentanze diplomatiche della Russia e degli Stati Uniti. Il governo, presieduto dal premier Juhan Parts, dichiara che il monumento danneggia l’immagine dell’Estonia sotto il profilo internazionale. “Vuoi anche perche´il governo estone – spiega pubblicamente Parts – non ritiene opportuno costruire monumenti che possono essere interpretati come tentativo di commemorare i regimi totalitari che hanno occupato l’Estonia”. La dichiarazione pubblica e´stata preceduta dalle proteste vibrate di gruppi di interesse ebrei. “Quel monumento commemorativo della Seconda Guerra Mondiale – aggiunge Parts – getta piuttosto una diversa tonalità sulla legittima aspirazione di liberta´del popolo estone collegando quella lotta ad un regime totalitario che ha occupato l’Estonia”. Di diverso avviso invece i partiti del centro-destra, compresa la Unione Patriottica ed il partito “Dell´indipendenza dell´Estonia”. Entrambi hanno invece deplorato l’azione del governo ed hanno richiesto parimenti l´immediata rimozione dei monumenti sovietici, quale ad esempio il cosiddetto soldato di bronzo nel centro di Tallinn. A sostenere le tesi del premier ovviamente il partito di governo Res Publica, il quale ha dichiarato che l’Estonia, assieme ad altre situazioni baltiche, è sotto la pressione politica dalla Russia e che il monumento di Lihula ha dato occasione ai servizi di sicurezza della Russia l’occasione per screditare l’Estonia. In un’intervista al giornale Postimees anche il presidente Arnold Ruutel ha sottolineato come l´immagine del monumento di Lihula era inadeguata a celebrare la liberta´, poichè mostrava i simboli di un regime totalitario internazionalmente condannato. Il presidente, tuttavia, e´ stato concorde sul fatto che gli uomini estoni che hanno combattuto per la libertà dell´Estonia meritino un monumento a Lihula. L´amministrazione della contea di Lihula ha nel frattempo invitato i cittadini evitare azioni di incivilta´o di rappresaglia. Dichiarazione preceduta da gesti di vandalismo nei confronti di una statua locale commemorante i soldati sovietici. “Non possiamo – si legge in una nota – scendere al livello di coloro che in 1940 hanno distrutto i nostri monumenti” Mart Haljaste, ispettore capo di polizia, era uno dei quattro funzionari di reparto che hanno partecipato alle operazioni di rimozione della struttura. Ai giornalisti a caccia di un commento, ha risposto: “Potete vedere le mie lesioni”, riferentesi alla contusione rossa, scura, dalla parte di sinistra della fronte. Circa gli incidenti, sempre secondo fonti di polizia riportate dal quotidiano Baltic Times, non vi sono stati feriti gravi, solo contusioni dovute al lancio di pietre. Danneggiamenti invece un po´ piu´seri invece per i mezzi: 11 veicoli della polizia sono stati colpiti da pietre e 7 sono stati danneggiati seriamente, con i vetri in frantumi e le fiancate ammaccate. In più, parecchie gomme sono state perforate dai chiodi posti dai manifestanti. I funzionari sono stati costretti ad utilizzare i manganelli ed i gas lacrimogeni per addomesticare una folla fattasi via via sempre piu´minacciosa. Oltre 300 locali hanno mostrato tutta la loro rabbia e decisa opposizione gettando le pietre sia alla squadra di demolizione che ai veicoli della polizia. Ferito dal lancio di pietre, l’operatore della gru. Circa 40 agenti di polizia hanno dunque

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