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L’Europa ha la pelle dura

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Malgrado gli usurai di Bruxelles, i predatori della City e la stupidità degli euroscettici

La Cina supera gli Stati Uniti, ma – a sorpresa – la regione più ricca del mondo è l’Europa. Una buon esempio, se qualcuno ancora avesse dubbi, per spiegare come i singoli paesi del Vecchio continente non siano più in grado di competere a livello internazionale con le due superpotenze economiche, mentre insieme sono ancora capaci di mettere tutti in fila. 

Lo spiega con chiarezza il Fondo monetario internazionale che ha misurato le ricchezza mondiale in termini di “parità di potere d’acquisto”: un’unità di misura che permette di considerare cosa effettivamente si può comprare in ogni paese con la valuta locale. Ebbene, per la prima volta, nel 2014, la Cina supera gli Usa con 17.600 miliardi di dollari di Pil contro i 17.400 miliardi degli americani. Ben staccati arrivano i piccoli grandi d’Europa: la Germania (3.600 miliardi), la Francia (2.500 miliardi) e la Gran Bretagna (2.500).   

La prospettiva, però, cambia radicalmente sommando – come per gli Stati Uniti – il Pil di tutti i paesi europei. Con 18.100 miliardi di dollari, il Vecchio continente è la prima potenza economica mondiale, almeno per quest’anno. Secondo il Fmi, infatti, la Cina sorpasserà l’Europa nel 2015 e gli Usa nel 2019. Certo, se poi il calcolo si facesse per numero di abitanti la classifica verrebbe ulteriormente stravolta con l’ex Impero del dragone all’89esimo posto. 

Magra consolazione, perché è innegabile che l’Europa sia in panne: negli ultimi cinque anni la Cina ha messo a segno un aumento della propria ricchezza di 7mila miliardi, gli Usa di 3mila e l’Europa intera di 2.200, una tendenza che secondo il Fmi è destinata a continuare, almeno fino al 2019. A meno che il Vecchio continente non riesca a concretizzare, rapidamento, il piano d’investimenti annunciato dal nuovo presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker. 

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