L’allargamento dell’Unione Europea potrà rappresentare una data storica solo se condurrà ad un’Europa unita, neutrale, armata, nucleare e autarchica.
. Unita politicamente e militarmente, e nucleare, per non dover più dipendere da nessuno per la propria difesa. E quindi con la possibilità di essere neutrale. Perchè l’alleanza con gli Stati Uniti, indispensabile fino a quando è esistito l’«orso russo», dato che solo gli americani avevano il deterrente necessario per impedire avventure continentali a una potenza atomica come l’Urss, sta diventando sempre più ingombrante e inquietante. La guerra alla Jugoslavia (che è stata una guerra “contro” l’Europa) e all’Iraq ne sono esempi evidenti. Noi europei non abbiamo interesse alcuno a seguire gli americani nel loro delirio di egemonia planetaria. E per quel che riguarda il mondo arabo-musulmano; mentre per gli Stati Uniti c’è di mezzo un’oceano, noi l’abbiamo sull’uscio di casa e addirittura causa dell’immigrazione, dentro casa e quindi dobbiamo avere verso questo mondo un atteggiamento diverso, meno arrogante e da «civiltà superiore», degli americani. Inoltre la realtà oggettiva, se si esce dalla storica sentimentale degli americani che sono venuti a liberarci dal nazifascismo, è che gli Stati Uniti sono oggi se non i nostri principali avversari, sicuramente i principali competitori. E proprio gli americani sono i primi a saperlo, tanto che han sempre cercato di biocottare l’unità europea -e ora che è, almeno economicamente, cosa fatta affettano un’indifferenza che nasconde il timore- e hanno sabotato ogni tentativo di costituire un esercito europeo, disancorato dalla NATO, cioè fu quello franco-tedesco a metà degli anni Ottanta. Molti in Europa non si sono invece ancora resi conto che la scomaprsa dell’Unione Sovietica ha completamente cambiato le carte in tavola e che latradizionale sudditanza psicologica nei confronti degli americani rischia a questo punto di tradursi in un servilismo sciocco quanto pericoloso.<?xml:namespace prefix = o ns = )
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