venerdì 19 Luglio 2024

L’Inghilterra non sa più come uscire dall’Exit

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Contraccolpi economici e finanziari, paralisi politica, Londra annaspa

Perderà la funzione di centro dei servizi finanziari per la Ue; i settori chimico, farmaceutico e aeronautico rischiano grosso; le stesse proposte di Corbyn rischiano di essere impraticabili e paralizzerebbero le industrie britanniche. Il voto per l’Exit che non benediremo mai abbastanza per come ha inferto alla Gran Bretagna una sconfitta strategica che attendevamo da oltre tre secoli sta portando i politici inglesi a capriole impossibili come quella che segue.

Il Labour «rispetta il risultato del referendum» sulla Brexit, ma è favorevole a una «relazione su misura e negoziata con l’Ue per il futuro». Lo ha detto a Coventry il leader laburista, Jeremy Corbyn, in un discorso in cui ha confermato la svolta a favore di una nuova unione doganale. Corbyn ha detto che nella transizione la Gran Bretagna dovrà restare nell’unione doganale e nel mercato unico, «con le regole esistenti». Mentre per il dopo ha sottolineato la priorità dei rapporti commerciali con l’Ue rispetto a quelli con Paesi terzi.
Quanto al mercato unico, Corbyn ha invece invocato «una forte relazione» a divorzio sancito, ma non la permanenza del Regno al suo interno. Una relazione «senza tariffe» e basata sul rispetto di «diritti, standard e tutele» previste attualmente dalla normativa europea, sottolineando peraltro l’ambizione laburista di concordare «esenzioni» sulle direttive riguardanti la concorrenza nei servizi pubblici e contro la strategia delle privatizzazioni a tappeto.
In polemica col governo Tory di Theresa May, il numero uno del Labour ha quindi detto no a una Brexit fatta di «barricate», no alla tentazione di fare degli immigrati «un capro espiatorio» e no a «una guerra fra le generazioni»

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