domenica 30 Giugno 2024

Liscio come l’olio

Ma si parla dell'andazzo del rincaro

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Impennata del 75% delle quotazioni all’ingrosso per l’olio di oliva che a fine agosto nei listini di alcune Borse Merci del Centro hanno superato la soglia record di 9 euro al kg, pur in un contesto di scambi ridotti.
Alla vigilia della nuova campagna Borsa merci telematica italiana (Bmti) traccia con l’ANSA l’andamento di un settore dove l’impatto del clima si è fatto sentire non solo in Italia ma anche in Spagna, primo produttore mondiale. Valori mai raggiunti in precedenza, spinti dalla scarsa produzione 2022 dove il calo nazionale è stato di quasi il 30% ma del 60% in Spagna. Ed è questa forte riduzione produttiva che ha causato una disponibilità ridotta, motivo della corsa dei listini. In particolare i prezzi all’ingrosso dell’olio di oliva, segnala Bmti, hanno messo a segno tra maggio e agosto 2023 un aumento del +33%.
Ad aggiungere tensione sul mercato sono le prime informazioni sulla produzione 2023, con volumi in aumento ma non sufficienti ad una ricostituzione completa delle scorte. Secondo l’Unaprol il clima di maggio e giugno, tra periodi piovosi e di grande caldo, ha inciso sulla produzione che dovrebbe attestarsi intorno alle 270 mila tonnellate di extravergine rispetto alle 241 dello scorso anno. La situazione oggi è a macchia di leopardo con Nord e Centro con cali produttivi tra il 20% e il 50% rispetto allo scorso anno, sale la Puglia del 30% 40%, stabili invece Calabria e Sicilia. Saranno comunque decisive le ultime settimane prima della raccolta che inizierà ad ottobre.
Secondo il presidente di Unaprol David Granieri, “sarà impossibile ritrovare al supermercato miscele di oli comunitari ed extracomunitari sottocosto che per anni hanno trascinato verso il basso anche gli oli di qualità del nostro Paese. I consumatori tra un prodotto senza certezza di provenienza e un extravergine 100% italiano non vedranno più la differenza di prezzi che c’era prima”.

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