Home Alterview L’Isis, l’orrore e noi

L’Isis, l’orrore e noi

0


Intervista a Gabriele Adinolfi

Dalle decapitazioni ai roghi di prigionieri, l’Isis sta puntando su un messaggio di orrore senza fine. “Danno una prova muscolare per preparare cellule islamiste qui”, spiega lo scrittore Gabriele Adinolfi. Che aggiunge: “Con il terrorismo il potere fa crescere forze che poi diventano autonome. Gli americani finanziano l’Isis ma lo combattono pure. E’ sempre stato così. La nostra indignazione? L’utente medio occidentale non si scandalizza perché l’Isis fa queste cose ma solo perché gliele fa vedere”.

Ostaggi decapitati, gettati dai palazzi, arsi vivi. Adinolfi, a cosa mira l’Isis?
«Con queste uccisioni plateali, l’Isis mira a tre obiettivi: il primo è quello di fiaccare il morale degli avversari. Il secondo è quello di lanciare un messaggio agli islamici europei, gli immigrati di seconda o terza generazione, quelli in forte crisi d’identità. Si dà un’immagine di guerra e di polarizzazione per reclutare gente, è una prova muscolare per preparare cellule qui. Il terzo obiettivo, ma secondo me è comunque un elemento secondario, è quello di rimandarci indietro quello che noi facciamo. Intendiamoci, io sono per combattere e anche duramente l’Isis. Ma quando loro bruciano il pilota stanno facendo a lui quello che lui fa a loro».

Colpisce anche la perfezione tecnica dei video dell’Isis, a differenza di quelli di Al Qaeda…
«Questo anche perché i video dell’Isis sono veri».

Quelli di Al Qaeda non lo erano?
«Al Qaeda, significa “la base”, in arabo, e non è altro che una creazione della Cia. Bin Laden, come tutti sanno, era in affari con la famiglia Bush. Con l’Isis è tutto diverso».

Quanto c’è di vero e quanto c’è di falso nel terrorismo? Alcuni ritengono che sia tutto falso, i video, le uccisioni etc.
«Quelle sono stupidaggini. Con il terrorismo il potere fa crescere forze che poi diventano autonome. Prendiamo le Br: ci furono molte interferenze da parte di vari servizi e quando rapirono e uccisero Moro fecero comodo a molti. Ma quando rapirono Dozier non fecero comodo a nessuno. Non sarebbero diventate autonome se prima non fossero cresciute ma non sarebbero cresciute se non avessero fatto comodo. Anche con l’Isis è la stessa cosa: gli americani li finanziano, come uno di loro ha recentemente ammesso, ma li combattono pure».

Perché gli americani finanzierebbero l’Isis?
«Gli Usa è dal 1997 che hanno lanciato la tesi dello scontro di civiltà. Hanno creato lo jihadismo in Afghanistan e poi anche dopo. Il tutto in una strategia di allontanamento dei paesi produttori di gas e petrolio dall’Europa. Attualmente Washington è impegnata in una offensiva anti-tedesca e anti-europea in Grecia, Ucraina, con lo jihadismo e con il trattato transatlantico»

L’Università di Al-Azhar al Cairo, il più prestigioso centro d’insegnamento dell’Islam sunnita, ha chiesto l’uccisione, l’amputazione e la crocifissione dei terroristi dell’Isis. Per combattere i barbari ci si deve necessariamente imbarbarire?
«Certo, c’è sempre una spirale di mimetismo. E anche per questo il terrorismo fa comodo: perché ci allontana dalla logica critica. Ma attenzione: l’imbarbarimento no, ma un minimo di salvaticità ci vuole. L’utente medio occidentale non si scandalizza perché l’Isis fa queste cose ma perché le vede. Se dicessero all’utente medio occidentale che si può uscire dalla crisi bombardando a tappeto un intero popolo direbbe di sì, a patto di non vederlo». 

Nessun commento

Exit mobile version