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L’Italia dei coralli

Non riusciamo ad essere nazione ma niente da dire sulle nostre eccellenze

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Da Bologna

C’è un biologo bolognese nel team dei “giardinieri di coralli”, la no profit Coral Gardeners, che in Polinesia sta lottando contro il tempo per salvare i coralli dal fenomeno potenzialmente mortale dello sbiancamento, provocato dalle acque sempre più calde degli oceani.
“In tutto il mondo, i reef (barriere coralline) sono in pericolo di estinzione, per via di alte temperature, polluzione, acidificazione e pesca – spiega al Resto del Carlino Giacomo Bernardi, originario di Bologna e professore all’università di Santa Cruz, California, che si è occupato di Coral Gardeners verificando dal vivo gli impianti – Se il tutto avvenisse molto lentamente, i coralli potrebbero adattarsi.
Sfortunatamente, questi cambiamenti sono troppo rapidi, e i coralli stanno scomparendo molto rapidamente. Ci sono diversi progetti che tentano di salvare i reef, e il programma di Coral Gardeners è quello di far crescere piccoli coralli che sarebbero morti in condizioni naturali, metterli in situazioni sane, e poi trapiantarli per ricreare dei reef sani. Avere dei reef vivi e sani è fondamentale per l’ambiente, per favorire una pesca sostenibile, per continuare le tradizioni culturali locali, e per lottare contro il cambiamento climatico”. I coralli vengono in pratica piantati su rocce e poi ripiantati in mare quando sono in salute.
“La salute del mare, anche se lontano, ha un effetto diretto sulla stabilità climatica del mondo intero – sottolinea – E poi c’è un valore geopolitico importante. I paesi con tanti reef sono tra i paesi più poveri al mondo. Quando i reef muoiono, e i pesci spariscono, le popolazioni locali non avranno altra scelta che di migrare, il che porta crisi sociali”.

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