Un popolo divenuto più timido ma che non conosce la vergogna
Il ‘paziente timido’. Sempre più italiani soffrono di timidezza. Per vincerla, arriva una clinica ad hoc. Non si deve immaginare un ospedale con tanto di ambulanze e sale operatorie ma un pool di esperti psicologi e sessuologi che operano ad Ancona e che da diverso tempo si occupano della timidezza degli italiani, insegnando come superarla. “La timidezza non è una malattia ma certamente è un problema serio -afferma Walter La Gatta, il ‘padre’ della clinica marchigiana con una laurea in psicologia-. Per vincerla non occorrono terapie aggressive. Serve tanto ascolto e una infusione di autostima”. La clinica della timidezza, per venire incontro a persone lontane o che magari non hanno il coraggio di presentarsi di persona, aiuta i suoi pazienti anche con consulenze telefoniche. Il giovedì mattina si può contattare La Gatta o qualche suo collega dal sito clinicadellatimidezza.it
“Se la situazione non è tanto grave -spiega lo psicologo- la consulenza può anche essere di natura virtuale”. Da qui l’ideazione di quiz e test che inducono il paziente timido a fare leva su se stesso. “In molti casi succede che la persona riesce a vincere la timidezza con i propri mezzi, ma è chiaro che le regole che possono sortire effetto positivo su una persona non è detto abbiano valenza universale”. In ogni caso, la clinica virtuale nel vademecum per vincere la tristezza suggerisce alcune ‘regole base’: prima di tutto come ‘pensare positivo’, ‘come combattere l’agorafobia’, ‘come sopravvivere ad un fiasco sessuale’, ‘evitare di concentrarsi su se stessi’. La timidezza colpisce nelle maniere più disparate e allora può essere utile anche avere consigli su come parlare al telefono.
Quali sono i sintomi del ‘paziente timido’? Le spie sono tante: “c’è chi arrossisce, chi sbianca di colpo -elenca il ‘papà’ della clinica- chi fa un respiro affannoso. Chi ancora sta in silenzio per periodi lunghi. La timidezza può colpire anche con forti sudorazioni. Ma può anche manifestarsi in maniera latente”. Sono “migliaia” gli utenti che quotidianamente chiedono aiuto alla clinica virtuale. La timidezza, come spiega Walter La Gatta, “colpisce più le donne degli uomini ma se nelle prime è meno penalizzante, quando è il maschio ad essere troppo riservato diventa più vincolante”.
I tanti contatti con persone timide hanno consentito al pool della clinica della timidezza di mettere a punto anche un sondaggio. Per il 68% la timidezza è vissuta come una “limitazione alla carriera, alle proprie possibilità di successo”. Timidezza come malattia? Lo pensa un 14% degli interpellati. Qualcuno, un 2% del totale, la vive come un privilegio. “A ritenersi veramente “malate” -racconta La Gatta commentando il sondaggio- sono 1-2 persone ogni dieci”. Forse tra questi ci sono anche quei pazienti timidi che, preoccupati del giudizio degli altri, non riescono nemmeno ad andare al cinema.
Un popolo sempre più timido, ma per insicurezza, perché in compenso non conosce la vergogna; e sì che c’è molto per cui provarla, da oltre mezzo secolo.