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L’odio del bello

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Quarantuno anni fa la bruttura dell’anima e dei corpi si scatenava contro la gioventù più radiosa

Il 23 settembre 1980, durante la caccia alle streghe che aveva accompagnato la strage di Bologna, avvenne un blitz colossale per stroncare il movimento Terza Posizione, accusato di “pericolo di pericolo”, ovvero di avere in sé le potenzialità per commettere un giorno qualcosa di clamoroso.
Tanti minorenni o appena diciottenni vennero gettati in galera per cinque anni e mezzo, prima di essere assolti al processo. Per alcuni ci furono condanne associative fondate esclusivamente sulle idee.
Si trattò dell’odio, della schiuma, di vecchi sdentati che avevano in orrore la risorgenza della giovinezza, un vento di primavera che scuoteva il panorama gelido del loro inverno animato dai giganti di ghiaccio. Rancore, gelosia, perfidia di chi vedeva che il paradiso artificiale disegnato sulle basi dell’inferno partigiano e della pornografia consociativa veniva irriso da giovani limpidi e belli.

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