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Lotta di popolo

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I sovranisti devono rincorrere

Quel che sta succedendo in questi giorni in Francia con la scesa in piazza dei “gilet gialli” è stata derubricata all’inizio come la solita rivolta poujadista categoriale, relativa all’aumento del carburante, in particolare, il diesel.
Infatti, è nata su queste basi, ma si è sviluppata rapidamente in una presa di posizione politica popolare di critica radicale alle politiche di tassazione complessiva dello Stato francese e di Macron, in particolare.

Quando scendono in piazza 300.000 mila persone per giorni e la rivolta viene appoggiata dal 74% della popolazione, vuol dire che ci troviamo dinanzi ad un fenomeno politico a tutto tondo.
Un dato interessante è che la rivolta, come accaduto anche in Italia nella seconda metà degli anni 70 con le lotte contro il carovita nelle piazze italiane, che tra l’altro il nostro ambiente ebbe la capacità di guidare, vede i partiti tradizionali ampiamente scavalcati dalla piazza, compreso il Front National e France Insoumise che cercano arrancando di mettere il cappello partitico sulla sollevazione.
Quindi i partiti, nell’era postmoderna, sono sempre meno rappresentativi delle istanze popolari e qualora, come anche potrebbe succedere con i populisti italiani al Governo, non dovessero dimostrarsi all’altezza delle dinamiche sociali e delle aspirazioni popolari, verranno facilmente scavalcati dalla rabbia popolare.

Niente elettoralismo quindi dietro i “gilet gialli”, come non vi è traccia di sovranismo antieuropeo nella loro rivolta, tutta interna alla critica dello Stato Nazionale francese, tacciato di burocratismo inefficiente e di corruzione ai massimi livelli: tutte cose che conosciamo bene da decenni in Italia.
Da almeno un decennio ci viene proposta, infatti,l’Europa come capro espiatorio di ogni nequizia, alibi perfetto fornito dalle stesse classi dirigenti nazionali, massime responsabili dello sfascio dei singoli Stati membri dell’Unione.
Parigi  ed i “gilets gialli” ci ricordano, pur con tutti i limiti e le contraddizioni di ogni rivolta, che prima si fa pulizia a casa propria e poi si farà l’Europa. Non ci sono scorciatoie, né alibi sovranisti che tengano.

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