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Lui prese il calice

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Ma poi incontrò il palloncino

 

 

Uno dei vescovi polacchi più in vista, vicario della diocesi di Varsavia, monsignor Piotr Jarecki è finito in carcere per guida in stato di ubriachezza. La sua macchina, alcuni giorni fa, si era schiantata contro un palo del telefono, fortunatamente senza investire nessuno. Secondo le leggi polacche, piuttosto severe in materia, il prelato rischia fino a due anni e mezzo di carcere. La notizia dell’arresto, subito rimbalzata in Vaticano, ha fatto parecchio scalpore anche perché monsignor Jarecki è conosciuto per avere preso parte alle riunioni degli episcopati europei del Comece. Il prelato uscendo dal carcere ha rilasciato un comunicato nel quale fa sapere di avere rimesso il suo mandato al Papa, che ora dovrà valutare se lasciarlo al suo posto o trasferirlo altrove, annunciando anche che presto inizierà una terapia per disintossicarsi e liberarsi dal vizio dell’alcol.«Non avrei mai dovuto mettermi alla guida dell’auto sotto l’influsso dell’alcol. Chiedo scusa a tutti coloro che ho scandalizzato con la mia condotta, e soprattutto mi scuso con i fedeli dell’arcidiocesi per avere tradito la loro fiducia» ha detto Jarecki. Un mea culpa in piena regola, proseguito informando i cattolici polacchi che è sua «intenzione di avvalersi al più presto di un aiuto specialistico». Secondo il referto della polizia pare che avesse una percentuale etilica nel sangue piuttosto alta, di 2,5 grammi di alcol per litro di sangue. La prossima settimana dovrà tornare al commissariato per un secondo controllo.
Un episodio analogo è avvenuto anche tre mesi fa ma in California. Monsignor Salvatore Cordileone, prossimo vescovo di San Francisco era stato arrestato per guida in stato di ebbrezza. Anche in quel caso era stato fermato e portato in una stazione di polizia per essere identificato dopo non aver passato il test del palloncino. All’uscita si era scusato con tutti. «Ripagherò il mio debito alla società, chiedo perdono alla mia famiglia, ai miei amici, ai miei colleghi alla Diocesi di Oakland e all’arcidiocesi di San Francisco. Prego che Dio, nella sua saggezza imperscrutabile, farà saltare fuori qualcosa di buono dal mio errore. Mi vergogno di quel che ho fatto calare sulla Chiesa e su me stesso». Cordileone ha dovuto versare una cauzione di 2500 dollari. Anche per lui si aprirà a Roma un processo canonico per valutare la sua posizione e una eventuale punizione.

 

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