Home Storia&sorte Ma quale evoluzione del piffero?

Ma quale evoluzione del piffero?

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Tutto il futuro lo abbiamo già vissuto e molto meglio in un grande passato

 

Ennesima nuova scoperta grazie al supporto di Google Earth, un programma che permette di monitorare grandi spazi dal cielo permettendo di scoprire anomalie che altrimenti sarebbero impossibili da notare. Tommaso Dore e Francesco Voce dell’associazione Italus si sono imbattuti in una strana costruzione che spiccava al margine di una zona boschiva. Ne parla in esclusiva questo mese la rivista Fenix: la struttura si trova nel comune di Massa Martana, a poche centinaia di metri dal confine che divide la provincia di Perugia da quella di Terni, lungo il crinale di un rilievo montuoso dal nome evocativo: “Monte il Cerchio”. La si può raggiungere comodamente in macchina partendo dal centro di Massa Martana e poi proseguendo per un breve tratto di sentiero a piedi.
Il cerchio è composto da pietre calcaree di dimensioni variabili (tuttavia non da megaliti), giustapposte a secco, che formano un anello di circa 2,8-3,0 metri di spessore, per non più di un metro di sviluppo in altezza. Le pietre sono ricoperte da muschi e licheni, mentre arbusti e alberi sono cresciuti tutt’intorno, danneggiando in più punti con le loro radici le antiche strutture, producendo crolli e rendendo completamente inaccessibili alcune aree.
L’area interna al cerchio è suddivisa in due parti da un lieve salto di quota, presente lungo il crinale roccioso del colle, che in alcuni tratti mostra la presenza di una muratura artificiale simile a quella che delimita la circonferenza di tutto l’insediamento. Un altro luogo di culto e di osservazione celeste? Sembrerebbe questa la spiegazione più plausibile essendo questa postazione, molto aperta sull’orizzonte ad oriente, da cui poteva essere facile osservare la volta celeste e comunicare tramite segnali luminosi con gli altri villaggi o centri religiosi dei Monti Martani.
Una nuova “Stonehenge italiana”, è stata definita, anche se molto diversa dal sito inglese per l’epoca di realizzazione e per la tecnica costruttiva. E non è l’unico. Altri esempi sono emersi negli ultimi mesi, il Sercol nel bresciano di cui, oltre a Fenix ne ha parlato il portale www.luoghimisteriosi.it e la trasmissione di Italia 1 Mistero e la Stonehenge laziale di San Vittore trattata poco tempo fa sempre dal giornale Fenix. Per una nuova archeologia, non più quella che “scava” nel sottosuolo, ma quella che “scruta” nell’aria.

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