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Ma quale razzismo!

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Anche per il ct campione del mondo il razzismo non c’entra nulla con i cori a Balotelli. “Evidentemente c’è dell’altro”

Il ct della Nazionale interviene sul caso scatenato da JuventusInter: “Se lo fossero stati, Muntari avrebbe ricevuto gli stessi insulti. Io, comunque, non convoco un giocatore in base al colore della pelle”

Il caso Balotelli è sempre vivo. A causa dei cori di Juventus-Inter, il club bianconero giocherà a porte chiuse contro il Lecce. Ma la vicenda non è terminata con la decisione del giudice sportivo. Anzi. E, allora, sulla questione è intervenuto anche Marcello Lippi nel corso di un’intervista a Radio Kiss Kiss: “Non convoco i giocatori in base al colore della pelle. Forse qualcuno dimentica che ho già convocato Santacroce, quindi è già successo. Ma un calciatore va convocato quando lo merita sul campo grazie alle sue qualità e non per altri motivi”.

Il commissario tecnico, però, è convinto che i cori di Torino non siano stati interpretati correttamente. “Non è vero che non si riesce a uscire dal razzismo – ha aggiunto – A parer mio questo problema è molto minore rispetto a come è stato presentato. Se il problema fosse puramente razzista, non vedo perché non avrebbero dovuto gridare qualcosa a Muntari o a Vieira, che hanno il colore della pelle esattamente uguale a Balotelli. Evidentemente, ci sono altre cose”.

Lippi, poi, conosce bene la città in questione e non ricorda episodi analoghi: “Torino non è mai stata razzista, ci sono dei cori nei confronti di calciatori bianchi che sono molto molto peggio di altri cori. E’ un problema di ignoranza, di cultura, in certe situazioni si vuole offendere qualcuno indipendentemente dal colore della pelle. Ripeto non credo che ci sia una volontà razzista da parte di chi fa quei cori, ma piuttosto una volontà di offendere qualcuno per vari motivi che si vengono a creare nel contesto della partita”.

Detto questo, Lippi concorda appieno con la proposta avanzata dalla Uefa di fermare le partite in caso di cori razzisti: “Sono d’accordo con Platini, bisogna sospendere per dieci minuti una partita per far riflettere, ed eventualmente sospenderla definitivamente in caso di prosecuzione dei cori, credo sia giusto. Occorre seguire le norme della buona educazione e della civiltà. Dentro gli stadi succede ben poco oramai, al di là di quanto accaduto in Juventus-Inter. Bisogna partire dalle scuole, dai bambini, per un processo sano di educazione civica”.

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