giovedì 18 Luglio 2024

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Ha ragione Di Pietro: con i giudici siamo proprio in buone mani

Avrebbe compiuto atti di autoerotismo davanti a suoi collaboratori; per questo un magistrato è stato condannato dalla sezione disciplinare del Csm alla sanzione della censura, Si tratta del giudice del tribunale di Venezia Alberto Scaramuzza, all’epoca dei fatti contestati, due anni fa, in servizio al tribunale di Udine.


Secondo l’accusa il magistrato avrebbe «abitualmente» compiuto atti «gravemente scorretti nei confronti di persone con le quali aveva rapporti nell’ambito dell’ufficio». E in «più occasioni» alla loro presenza – come riporta il capo di incolpazione formulato dalla procura generale della Cassazione – «ha introdotto la mano nei pantaloni, agitandola energicamente all’altezza del pube». Un gesto ripetuto il 17 novembre di due anni fa anche davanti a due collaboratrici che, «sconvolte, avendo percepito il comportamento del dott. Scaramuzza come un atto di autoerotismo», si erano prima rifugiate, inseguite dal magistrato, nell’ufficio della dirigente della cancelleria e poi nella loro stanza. 


La sanzione inflitta non è tra le più gravi; ma il tribunale delle toghe sarebbe stato condizionato nella sua decisione dal fatto che la vicenda è stata anche al centro di un’indagine penale, che si è conclusa con l’archiviazione, avendo ritenuto che il comportamento del giudice fosse stato equivocato e dovuto a un’allergia.
Qualcuno ci spiega come nello specifico non si sia constatata la natura penale del reato, sanzionato come una contravvenzione?
Comunque ha ragione Di Pietro: con i giudici siamo in buone mani.

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