La speculazione sul pane ha moltiplicato la fame nel mondo
Secondo la Fao, i prezzi degli alimenti di base resteranno elevati e instabili nel corso del 2012. Un quadro difficile tanto in America, quanto in Asia, Europa e Africa, ma particolarmente problematico nei paesi più poveri.
Il primo fattore di instabilità è dato dalle condizioni meteo: alluvioni e siccitàrischiano di compromettere i raccolti. All’inizio dell’anno, la siccità che ha colpito la Cina, primo produttore al mondo di grano, ha innescato rincari su scala globale. L’assenza di trasparenza nella gestione delle scorte non fa che peggiorare le cose.
Nel 2011, il prezzo dei cerali è aumentato del 71 per cento. Tre anni fa, rialzi analoghi avevano provocato vere e proprie rivolte della fame. Quest’anno, le importazioni internazionali di prodotti alimentari costeranno il 21% in più rispetto all’anno scorso. Il conto più salato andrà ai paesi più dipendenti dall’estero, che si troveranno a pagare fino al 30% in più per le derrate alimentari.
Tra i più dipendenti, ci sono i paesi africani. Alcuni spendono fino al 20% del Pil per importare alimenti di base. Ma il problema riguarda anche paesi emergenti come India e Indonesia, dove la domanda di generi alimentari è in crescita costante: un fattore che contribuisce all’esplosione dei prezzi.
Ad accentuare la volatilità concorre poi la speculazione finanziaria. I paesi del G20 hanno espresso l’intenzione di contrastare il fenomeno sorvegliando l’offerta mondiale di cereali. Infine, non deve trarre in inganno il fatto che nel 2011 non ci siano state rivolte della fame. Le rivoluzioni in Egitto e in Tunisia, infatti, sono cominciate come proteste contro il rincaro del pane.
Che poi alla abse ci siano i “futures”, ovvero le scommesse borsistiche sui prezzi futuri che ultimamente si sono orientate sugli alimentari, sembra essere considerato qualcosa di accessorio.
Così come sembra che nessuno pensi che distruzioni massicce di colture di grano – come la scorsa estate in Russia – possano avere origina dolosa dettata dai guadagni sui futures. E sulla fame e la carestia altrui.
