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Martire a sedici anni

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Il 29 ottobre 1975 veniva ucciso, a colpi di canne mozza, il giovanissimo Mario Zicchieri da individui forsennati e criminali che speravano di farsi così arruolare dalle Brigate Rosse.

Il 29 ottobre 1975 veniva ucciso a Roma, nel quartiere Prenestino, a colpi di canne mozza, il sedicenne Mario Zicchieri da individui forsennati e criminali che speravano di farsi così arruolare dalle Brigate Rosse. Era il tempo in cui «uccidere un fascista non è reato» e questa pratica era permessa quotidianamente a coloro che, accecati dall’odio e dalla stupidità, allucinati da modelli partigiani, passavano il loro tempo ad accanirsi sui più giovani e sui più deboli. Mal gliene incolse perché non soltanto non furono capaci di spezzare l’ostinazione dei giovani fascisti né di resistere al loro contrattacco, ma si lasciarono trascinare nel labirinto degli opposti estremismi perdendo del tutto di vista la «fantasia al potere» e qualsiasi slancio d’innovazione reale. Ciechi e fuorviati del tutto.


Con l’andare del tempo la memoria e il senso sacro della morte non sono stati affatto scalfiti e i suoi camerati, molti dei quali hanno oggi l’età nella quale fu reciso il suo fiore di ciliegio, ricordano Mario e gli rendono onore

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