giovedì 18 Luglio 2024

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“Non faccia il furbo” ha tuonato Di Pietro dopo Mirabello.
Di fatto Fini, nel tanto atteso discorso della prima festa dei fellones, ci ha provato a simulare un ruggito, ma il risultato è stato patetico.
Eccolo qui il succo della sceneggiata.
Messa in scena: il leader furioso
“La mia espulsione del Pdl è stata un atto illiberale e autoritario” degno del “peggior stalinismo”
“Non c’e stata alcuna fuoriuscita, nessuna scissione, nessun atteggiamento volto a demolire al Pdl: c’é stata di fatto la mia estromissione dal partito che avevo contribuito a creare, un atto che forse è stato ispirato, da chi lo ha scritto, libro nero del comunismo. Solo nelle pagine del peggior stalinismo – ha ammonito Fini – si può essere messi alla porta senza nessun tipo di contraddittorio, con il tentativo di annullare ogni tipo di diversità”.
E attacchi a Libero, al Giornale e ai suoi colonnelli “che hanno solo cambiato caserma”.
Un Fini livido, apparentemente deciso, da ribaltone insomma? Macché, un Fini furioso nelle parole e appecoronato nei fatti.
Ed ecco il percorso ribelle annunciato dal successore dei Gaucci junior e senior.,.
“Si va avanti senza ribaltoni o ribaltini, senza cambi di campo. E senza atteggiamenti che possano dare in alcun modo agli elettori la sensazione che noi si abbia raccolto voti nel centrodestra per poi portarli da qualche altra parte”. Ma si va avanti, avverte Fini, “convinti della necessità di onorare quel patto con gli elettori, ma fino in fondo, senza magari aggiungerci qualche parte che nel programma non c’era e che invece diventa un’emergenza”.
“Nessuno, nessuno troverà mai una mia dichiarazione o una dichiarazione di qualcuno di Fli, contrarie al Lodo Alfano o al legittimo impedimento, perché noi siamo convintissimi del fatto che occorre risolvere una questione: quella del diritto che Berlusconi ha di governare senza che ci sia l’interferenza o il tentativo da parte di segmenti iper-politicizzati di metterlo fuori gioco”.
“Non ci vogliono leggi ad personam, ma leggi che tutelano il capo del governo, non la cancellazione dei processi, ma la loro sospensione”.
A Roma, dove Fini vive da decenni, si dice fare pippa.
Berlusconi dunque è in una botte di ferro?
All’atto sembra di sì. Ma la saggezza popolare lo invita a tenere alta la guardia. Si dice  che “chi ha tradito tradirà”. E chi lo ha fatto più volte, come il Waiter in questione, come potrebbe mai resistere alla prossima tentazione?
Per certa gente, poi, le parole cambiano di significato a seconda di come gli conviene.

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