Composti, dignitosi. Per non occupare un appartamento vivono in un’automobile. In tre. Padre, madre e figlio maggiorenne. Gli altri due, i gemelli, stanno dalla nonna. Il caso è di quelli che fanno discutere. In una intervista ad Affaritaliani.it, mamma Antonella rivela tutta la propria disperazione: “Ogni notte tiriamo giù i sedili e cerchiamo di dormire. Mio marito sta nel bagagliaio, mio figlio sui sedili posteriori, io in quelli anteriori. Ho un’embolia polmonare recidiva e ogni settimana sono in ospedale. Siamo finiti in questa situazione perché io sono malata. Non è giusto che una famiglia intera debba vivere in auto per colpa della burocrazia…”
Perché vivete in un’automobile, una Fiat Doblò?
Noi abbiamo perso una casa popolare che ci era stata assegnata. Il motivo è semplice: io mi sono ammalata di embolia recidiva a entrambi polmoni, stavamo al quarto piano. Non riuscivo più a vivere. Sono rimasta incinta. Abbiamo chiesto lo spostamento al primo piano, dove c’era un appartamento sfitto, ma nessuno ci ha mai risposto. E io ho perso il bambino. Mio marito allora ha deciso che non si poteva andare avanti così: ha sfondato la porta dell’appartamento sfitto e lo abbiamo occupato.
Il risultato è che avete perso entrambi gli appartamenti.
Siamo stati sgomberati. Siamo finiti in comunità. E’ stato un periodo duro. Adesso per fortuna mio marito ha trovato un lavoro. Noi vorremmo una casa, siamo in fase di assegnazione, ma ci hanno detto che sono tutte da ristrutturare. Il problema è che non possiamo accollarci questi costi. Se ci danno una mano, rifonderemo tutti i debiti.
Come fate a vivere in auto?
Tiriamo giù i sedili. Mio marito Nicola dorme nel bagagliaio. Io sto sui sedili davanti e poi c’è mio figlio Mario, che da anni vive in questo inferno. Ogni tanto si avvicinano le pattuglie della polizia o dei carabinieri. Puntano il faro, guardano dentro. Noi usciamo e spieghiamo la situazione. Fino ad oggi siamo andati avanti così, ma ora arriva il freddo, io ho grossi problemi di salute ai polmoni e ogni settimana devo andare in ospedale a fare controlli.
Perché non occupate un’altra casa?
Perché non è giusto. Ma non è giusto neppure che in questa Milano della moda, della ricchezza, una famiglia intera debba stare in un’automobile tutte le notti, condannata dalla burocrazia. Io ho due gemelli, che ogni notte lascio da mia madre. Questo scombussolamento continuo ha portato uno dei due anche ad ammalarsi quando stavamo in comunità.