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New genderation

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E’ ormai dittatura del delirio

E’ di ieri la notizia della bella pensata della delegata del sindaco Giorgio Orsoni ai Diritti Civili e alla Politiche contro le discriminazioni, la consigliera comunale di Venezia Camilla Seibezzi , di voler sostituire sui moduli scolastici i termini madre e padre con “genitore 1 “ e “genitore 2”.Orwell rimarrebbe inorridito di essersi perso questa “perlina” nel suo pur inquietante “1984”.
Subito l’ineffabile ministra congolese Kyenge, che di iniziative idiote non se ne perde una, ha appoggiato con entusiasmo la trovata: si sarà detta come posso farmi sfuggire la ghiotta occasione di togliere a questi italioti presuntuosi anche i termini di “mamma” e “papa’”?
Il problema è che questi idioti non sono per nulla, cialtroni sicuramente, ma idioti no.
Gli idioti semmai sono i tanti italiani che lobotomizzati da una subdola e pervicace propaganda giornaliera espressa dalle televisioni, dai giornali, dai film d’autore della sinistra impegnata sui temi dell’  “uccello” e dai “profeti del nulla” che abbondano nelle redazioni giornalistiche di questo disgraziato paese, pensano di essere à la page se si mettono a ciarlare di “gender” o di “diritti per le minoranze “, senza capire che stanno togliendo loro l’anima e l’identità sessuale, genitoriale, di cittadini e di produttori. Praticamente tutto. Ogni traccia di identità, di appartenenza , di legame con la Terra e la Stirpe va eliminata, cancellata, in una sorta di pulizia etnica soft, di tipo appunto orwelliano.
La sinistra progressista neotrotzkista, ben rappresentata da fanatici quali la Boldrini o l’ineffabile Vendola, non fanno altro che scimmiottare e riproporre nel  BelPaese quanto hanno orecchiato ( ogni riferimento è puramente casuale…) nelle sciatterie deliranti di sociologismo popperiano  di stampo anglosassone, onda lunga delle stupidaggini postsessantottine che hanno rovinato intere generazioni.

La teoria di “genere “ o “gender “ oltre ad essere un’aberrazione da un punto di vista concettuale, vuole appiattire l’uomo e la donna a specie animale o vegetale, in una funzione intescambiabile con quella dei topi da laboratorio, relegandone la funzione a seconda dell’orientamento sessuale , l’unica sfera, secondo questi geni che evidentemente ignorano circa duemila anni di filosofia e di Storia, degna di rappresentare l’essenza umana.
C’è da rimanere a bocca aperta davanti a cotanta scienza, non c’è che dire : possiamo solo immaginare che tali puttanate siano state elaborate da qualche università americana, tipo Berkeley, sogno immaginario di tanti rincoglioniti consegnatici dal 68 .
La teoria sull’anima di Sant’Agostino e la filosofia di Hegel sul ruolo della Famiglia oppure i filosofi presocratici  escono certamente ridimensionati, nel confronto con la teoria boldriniana sulla transfobia o con quella del “genitore numerato” fatta propria  dalla Kyenge, ma, che volete, al classico ormai ci va il 6% degli studenti italiani quindi qualsiasi scemenza va bene.
Dimmi dove metti l’uccello o a chi la dai e ti dirò chi sei , sembra essere la summa teologica di questo finissimo pensiero che impazza nei dibattiti televisivi e sulla carta stampata,e che finirà anche in tante belle leggi che questo Parlamento di pupazzi si appresta a varare.
Mi raccomando però: scegliete senza fretta in quale casella volete essere inseriti, se in quella gay, trans , genitore 1 ma con tendenza gay o genitore 2  con funzioni multiple oppure cambiando il colore della pelle che  vi piace  di più, oppure sopprimendo vostro figlio perché non ha gli occhi come li desideravate: si può sempre passare da una casella all’altra se i vostri gusti di basso ventre dovessero mutare nel frattempo. Una legge si è sempre in tempo a farla per cambiare le vostre preferenze : basta chiedere alla Boldrini, a Vendola o alla Kyenge.

Come dice lo psichiatra Alessandro Meluzzi in un’intervista in cui esprime la propria contrarietàa a queste bislacche iniziative :” Chesterton lo aveva predetto: Sguaineremo spade per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Parlava di questo momento. E’ arrivato».

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