sabato 20 Luglio 2024

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Rifiutate, per ora, le proposte capestro di Murdoch per fagocitare RaiSat e affini

       “Se avessimo accettato le loro condizioni avremmo ‘svenduto’, anzi ‘regalato’, a Sky tutta l’offerta della Rai in aggiunta ai canali di RaiSat. Sarebbe stato, quello sì, un atto contrario agli interessi ed alla tutela del servizio pubblico e non come alcuni sostengono, un ‘favore’ a Mediaset o al Presidente del Consiglio”. E’ quanto si legge in un documento riservato che il direttore generale della Rai Mauro Masi ha consegnato questa mattina ai sindacati dei lavoratori Rai e che l’ADNKRONOS è in grando di anticipare. Un documento in cui Masi spiega infatti che la “necessaria valorizzazione” della presenza dei canali Rai, “con una proposta congrua al ‘peso’ dei canali stessi”, è stata “rifiutata da Sky”. “Le alternative erano due: mantenere il perimetro dell’offerta sulla base del contratto in vigore – cioè regolare contrattualmente i canali di RaiSat come è sempre avvenuto- oppure valorizzare economicamente e congruamente tutti gli altri canali richiesti da Sky: non hanno accettato ne’ la prima ne’ la seconda condizione”, sottolinea il direttore generale. “Se avessimo accettato le loro pretese -sottolinea Masi nel documento – Rai avrebbe fornito gratuitamente alla piattaforma satellitare a pagamento la ‘chiave’ per accedere a tutta la nostra offerta ed utilizzarla come traino per le proprie attività commerciali connesse alla ricerca di nuovi abbonati. Proprio nel momento in cui, con le fasi di switch over e di switch off per la transizione al digitare terrestre, il pubblico televisivo diventa più ‘contendibile'”. Ma “la negoziazione tra Rai-RaiSat e Sky, durata tre mesi, da metà aprile a fine luglio, non ha consentito -sottolinea il dg- di rimuovere l’ostacolo posto da Sky per il buon esito della trattativa, ovvero inserire nel contratto non soltanto i canali Rai Sat ma anche tutti i canali in chiaro della Rai attuali e futuri”.

“La Rai ha negoziato per giungere ad un nuovo accordo – su cui RaiSat ha presentato, in proposito, nel corso delle trattative una proposta migliorativa rispetto a quella di Sky pari a euro 60 milioni l’anno come minimo garantito- ma Sky si è impuntata nel volere anche Raiuno, Raidue, Raitre, Rai4, Rai News24, Rai Sport+, RaiStoria, RaiGulp e tutti i nuovi canali free che sarebbero stati messi in cantiere nel prossimi sette anni”, si legge ancora nel documento. Dove subito dopo si sottolinea: “L’utilizzo gratuito per Sky di Raiuno, Raidue e Raitre e degli altri canali tematici free corrisponde ad una situazione di privilegio con un effetto traino per la propria piattaforma pay. Buona parte dell’utilizzo della piattaforma Sky è finalizzato alla fruizione delle reti generaliste Rai, senza le quali la piattaforma perderebbe la sua attrattiva quale universo digitale completo e unico”.

Per Masi dunque non c’è dubbio: “E’ stato giusto ed indispensabile pertanto porsi il problema di una sua corrispondente congrua valorizzazione o della prosecuzione o meno di questo rapporto. La necessaria valorizzazione della presenza dei propri canali generalisti, tematici e semitematici sulla piattaforma commerciale con una proposta congrua al ”peso” dei canali stessi, così come avevo riferito in CDA prima ancora di avere mandato a trattare, è stata però rifiutata da Sky”, prosegue il documento del dg di Viale Mazzini, secondo il quale “il tema dei rapporti tra Rai e Sky deve essere inquadrato in una logica di scenario industriale ed editoriale a medio lungo termine e non puo’ risentire di una lettura ancorata soltanto ad un rapporto costo/ricavi a breve termine e non contestualizzati nello scenario generale”.

Se la Rai avesse ceduto all’offerta di Sky, secondo il dg, “l’effetto di tutto questo si sarebbe tradotto nel medio lungo periodo con un danno di proporzioni ben più vaste del mancato margine di RaiSat sul contratto con Sky”. E “comunque -sottolinea- la porta, per quanto stretta del negoziato, è stata chiusa da Sky. Mentre infatti il Direttore Generale informava Sky – una volta preso atto della loro richiesta perentoria di avere tutti i canali in chiaro- che sarebbe stata avanzata una proposta economica che valorizzasse l’insieme dei canali in chiaro Sky ha inviato due note nelle quali ha sostenuto che tutti i canali Rai in chiaro sarebbero dovuti essere messi a loro disposizione a titolo gratuito e non oneroso”, si legge ancora nel documento anticipato dall’ADNKRONOS.

Quanto all’interpretazione di Sky della disposizione del contratto di servizio che riguarda la cessione gratuita dei canali Rai a tutte le piattaforme tecnologiche, Masi spiega: “L’art. 26 del contratto di servizio individua come beneficiari della cessione gratuita della programmazione radiotelevisiva di servizio pubblico sulle diverse piattaforme distributive solo ed esclusivamente gli utenti finali, sui quali non devono gravare costi aggiuntivi”. Viceversa, sottolinea il documento, “l’interpretazione fornita da Sky attribuirebbe ad essa un vantaggio competitivo ingiustificato in quanto finirebbe per farla beneficiare gratuitamente non soltanto delle risorse pubbliche che sono state impiegate per la realizzazione dei programmi generalisti della Rai bensì anche delle risorse commerciali acquisite sul mercato ed utilizzate per lo stesso fine e, pertanto, sempre per sostenere i costi del servizio pubblico secondo il sistema vigente del doppio finanziamento”.

“Tale vantaggio competitivo -sottolinea Masi- sarebbe del tutto ingiustificato e si porrebbe in frontale contrasto con le norme ed i principi comunitari e nazionali in tema di parità’ di condizioni concorrenziali, oltre a confliggere con la logica di impresa che impone alla Rai di valorizzare i suoi asset e in particolare la propria programmazione”. In conclusione, “ll danno che sarebbe emerso per Rai in caso di firma dell’accordo alle condizioni Sky sarebbe stato ingente. I 50 milioni l’anno offerti da Sky per i canali di RaiSat e per tutti i canali free della Rai significano intanto un margine, un utile netto, di meno di euro 20 milioni l’anno a livello di Ebit consolidato. Quindi è giusto ridimensionare i termini della questione”, conclude Masi che nel documento sottolinea con forza anche che per Rai “Mediaset era e resta un competitor Rai. Lo era nell’ambiente analogico e lo è tuttora nell’ambiente digitale. E’ che nel frattempo i competitori sono diventati almeno due: Mediaset e Sky”.

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