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Noi tutti criminali

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“Detenuti del terzo e quarto braccio non c’importa se uno o venti anni”

 Così si cantava in cella nel primo dopguerra…

Non sono ancora maturi i tempi per lasciarsi alle spalle la legge Scelba del 1952 che punisce la ricostituzione del partito fascista e chi in pubblico replica le manifestazioni esteriori della dittatura di Mussolini, come il saluto romano e l’urlo «presente». Lo afferma la Cassazione con riferimento all’attualità del rischio di «rigurgiti» antidemocratici il cui timore, data la loro «frequenza» anche nel resto d’Europa, sottolinea la Suprema Corte, è presente nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione del 2000 scritta a tutela dei «valori fondanti» della Ue. Sentenza contro la quale si scaglia CasaPound con un comunicato nel quale ribadisce che si tratta di «Una sentenza che farebbe ridere se non fosse in realtà liberticida e smaccatamente politica».
I supremi giudici hanno confermato la condanna per due simpatizzanti di CasaPound – che a un raduno neofascista avevano salutato a braccio teso urlando “presente” – rilevando che «nulla autorizza a ritenere che il decorso di ormai molti anni dall’entrata in vigore della Costituzione renda scarsamente attuale il rischio di ricostituzione di organismi politico-ideologici aventi comune patrimonio ideale con il disciolto partito fascista o altre formazioni politiche analoghe». «L’esigenza di tutela delle istituzioni democratiche non risulta, infatti, erosa dal decorso del tempo e frequenti risultano gli episodi ove sono riconoscibili rigurgiti di intolleranza ai valori dialettici della democrazia e al rispetto dei diritti delle minoranze etniche o religiose», scrive la Prima sezione penale della Suprema Corte nella sentenza 37577 (presidente Arturo Cortese, relatore Raffaello Magi).
Con questa risposta, gli “ermellini” hanno respinto la tesi degli imputati – Andrea B., con precedenti, e Mirko G. – che sostenevano l’assenza di «lesività» dei comportamenti da loro tenuti e la necessità di “depenalizzare” i retaggi del reato di opinione per via del «mutato clima politico» e delle norme internazionali sulla libera manifestazione delle opinioni.
Secondo CasaPound dunque «un sistema che ha paura dei gesti simbolici e delle opinioni è ormai arrivato al capolinea. Quanto al fatto, espressamente citato, che anche il “Presente” pronunciato in onore dei martiri delle foibe sia da ritenere criminale, crediamo che questo sia veramente il colmo: dopo aver abbandonato una parte del popolo italiano alla pulizia etnica, dopo aver insultato e discriminato chi fuggiva da quel massacro, dopo aver tolto le foibe dai libri di scuola, ora si arriva a perseguire anche chi ha il coraggio di ricordare quel dramma».
«Questo – conclude la nota – rende ancora più surreale e inquietante quanto uscito oggi dalle stanze della Cassazione contro i nostri militanti, a cui va tutta la solidarietà dell’intera comunità di CasaPound”. I supremi giudici hanno così confermato il verdetto emesso il 31 maggio 2012 dalla Corte di Appello di Trento, sezione distaccata di Bolzano, che aveva a sua volta convalidato la decisione di primo grado del Tribunale di Bolzano del 26 aprile 2011 emessa con rito abbreviato. Il raduno neofascista si era svolto a Bolzano il dieci febbraio 2009 in memoria delle vittime delle foibe. Ad Andrea B. sono stati inflitti due mesi di reclusione e 300 euro di multa, a Mirko G. venti giorni di reclusione e 140 euro di multa, pena sostituita con complessivi 760 euro di multa. 

 

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