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Non c’è più autarchia

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Come al di qua dell’oceano abbiamo distrutto quasi ovunque la produzione e l’autonomia

 

La cosa più difficile da trovare sono state le lampadine, quella più facile i vestiti. Vivere acquistando soltanto merci prodotte nel proprio Paese non è affatto facile e quando accade il prezzo da pagare è alto.
Se ne sono accorti perfino gli inglesi, così legittimamente orgogliosi delle loro tradizioni e così indifferenti a quanto accade nel resto mondo.
Una famiglia del Kent per un anno ha deciso di condurre un’esistenza rigorosamente «made in Britain». Tutto è cominciato per una questione di principio: Emily e Jason Bradshaw, lei insegnante di scuola materna, lui operatore di marketing, si sono indignati alla notizia dei mille trucchi al limite della legalità che grandi aziende americane come Amazon e Starbucks hanno usato per aggirare il fisco inglese. Così sotto Natale hanno deciso che non avrebbero più acquistato nessun regalo da Amazon e non avrebbero più bevuto una sola cioccolata calda da Starbucks. Dopo un mese hanno iniziato a pensare che forse avrebbero potuto continuare in questa direzione limitandosi ad acquistare soltanto cose prodotte dai loro connazionali. Una dimostrazione di patriottismo ma anche un aiuto per l’economia interna. Facile a dirsi, molto meno a farsi.
Non è una novità che la new economy inventata da Tony Blair si basi soprattutto sui servizi. Quanto a prodotti da toccare con mano, quelli arrivano quasi tutti da altri Paesi. Per i vestiti i signori Bradshaw non hanno incontrato troppi problemi, si sono riforniti da un’azienda gallese dove hanno reperito buoni capi invernali anche per il loro bimbo Lucas di due anni. Dopo qualche settimana però erano già in fase di stallo. Perfino prodotti che affondano le loro radici nella tradizione anglosassone non vengono più prodotti da aziende britanniche. Il famosissimo tè Twinings adesso è prodotto in Polonia. Le magnifiche stoffe fiorate che ricoprono le poltrone e i divani della mitica Laura Ashley sono state vendute a una società della Malesia e la cioccolata Cadbury che ha deliziato tanti bambini inglesi ora appartiene alla Kraft Food, compagnia con base in America. Gli inglesi però sono gente tenace e i Bradshaw non si sono arresi. «Ci sono stati momenti in cui abbiamo pensato che vivere come volevamo non sarebbe stato possibile – hanno raccontato – ma questo esperimento è stato anche una sfida.
La cosa più difficile è stato cambiare mentalità. Per esempio decidere che non volevamo mangiare frutta che non fosse di stagione. Ci siamo resi conto che potevano esserci altre soluzioni e questa è stata senza dubbio la parte più eccitante dell’esperimento».
Certo bisogna essere persone estremamente rilassate e dotate di tempo ed energia. Trovare del detersivo per lavastoviglie prodotto in Gran Bretagna è stata una lunga impresa, per non parlare delle lampadine. «Di quelle comperate in queste sei settimane metà sono già andate – ammettono i pionieri britannici sorridendo sull’intoppo – ma almeno ci abbiamo guadagnato sulla bolletta della luce».
Adesso la famiglia più patriottica del Paese ha perfino un sito web ed è decisa a continuare sulla propria strada raccogliendo altri volontari. E pazienza se per rimanere british al 100% dovranno rinunciare alla televisione. Le batterie AA l’Inghilterra non le produce e il loro televisore può venir azionato soltanto dal telecomando. Anche per l’olio d’oliva niente da fare, il loro Paese non ha il sole dell’Italia, della Spagna o della Grecia. Dovranno accontentarsi di condire i broccoletti con la maionese.

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