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Non ci sarà più posta per te

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Aumentano i francobolli e privatizzano le Poste

Oltre a essere competente in materia di radio-tv, Internet e telefonia fissa e mobile, l’Agcom è anche l’autorità di vigilanza sui servizi postali. Questi sono erogati, di fatto in monopolio, da Poste Italiane, una Spa di proprietà al 100% dello Stato.
Intorno allo scorso Natale, l’Authority ha autorizzato Poste Italiane ad aumentare il costo del francobollo per la posta ordinaria in Italia fino a 95 centesimi entro il 2016, dopo l’aumento nel 2012 da 60 a 70 centesimi e l’aumento delle raccomandate fino a più di 5 euro.
E’ una decisione che l’Authority avrebbe dovuto assumere in modo indipendente, poiché si tratta appunto di un’autorità amministrativa indipendente.
Ora il governo, azionista unico delle Poste, annuncia che entro la fine dell’anno sarà messo sul mercato il 40% delle azioni delle Poste, che in questi giorni stanno entrando anche nel capitale di Alitalia e nel CdA della compagnia aerea, operazione per la quale è stato cambiato anche lo stesso statuto dell’azienda.
E’ difficile a questo punto non credere che l’aumento sarà pagato da tutti gli italiani (che, anche se molto meno di un tempo, utilizzano la posta) al fine di garantire queste operazioni.
I beneficiari saranno i soliti ristretti gruppi finanziari, oggi in Alitalia e domani nello stesso capitale delle Poste.

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