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Non ci si crede

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Neanche lo commentiamo, ridete da soli

I greci prevedono di ricavare 875 milioni di euro da “rafforzamento delle attività di audit su una lista di trasferimenti bancari e soggetti offshore”, e 600 milioni da una “nuova lotteria che forzi i consumatori a chiedere lo scontrino dal valore aggiunto”. “Lo scopo maggiore di questo documento è sbloccare i finanziamenti a breve termine che consentiranno al Governo greco di fare fronte ai suoi obblighi immediati”, si legge nell’introduzione del documento che afferma come la Grecia si senta “un fiero membro dell’Ue e un irrevocabile membro dell’Eurozona”.
Secondo il Financial Times, nonostante la lista dia maggiori dettagli sulle misure rispetto agli elenchi arrivati in precedenza, non affronta molti dei punti a cui i creditori tengono, tra cui una revisione del sistema pensionistico e una maggiore liberalizzazione del mercato del lavoro. Il documento comprende 1,1 miliardi di euro di spesa per quest’anno, più della metà destinati al ristabilimento della tredicesima per i le pensioni dei redditi bassi, un provvedimento che pesa per 600 milioni. Inoltre, si sospende la clausola ‘zero deficit’, che porterebbe altri tagli alle pensioni degli statali, e questo aggiunge 326 milioni alle spese statali. Nel capitolo ‘riforma del lavoro’ è poi previsto un aumento graduale del salario minimo e il rafforzamento della contrattazione collettiva, misure che si trovavano anche nella prima lista presentata da Varoufakis.
Sulle privatizzazioni si ribadisce che i contratti esistenti saranno onorati e le procedure avviate proseguiranno, mentre per le altre previste dal Memorandum si procederà caso per caso. Confermato i loro valore: 1,5 miliardi, contro i 2,2 preventivati dal precedente Governo. “Il Governo greco lo considera un target irrealistico visto che l’interesse degli investitori è scarso e la concorrenza tra debole”, si legge nel testo. Sull’avanzo primario, Atene farebbe delle concessioni: prevede un surplus del 3,9% del Pil, superiore a quello stabilito dal programma e contro le iniziali intenzioni di Tsipras e Varoufakis di ridurlo. 

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