Rosarno: manteniamo razionalità e senso delle gerarchie
Si dibatte su Rosarno tra schieramenti contrapposti che ostentano eccessi emotivi.
Ritengo che angelizzare gli immigrati in rivolta, tradisca qualche complesso forse inconsapevole, mentre demonizzarli angelizzando gli autoctoni, esprime invece qualche frustrazione.
E allora?
E allora riconoscere le motivazioni di tutti e soprattutto identificare le cause e le colpe a monte, fino a proporre soluzioni efficaci e strutturali, non deve significare lavarsene nel frattempo le mani, né porsi nel “giusto mezzo” dove solo pascolano i porci beati.
Con tutte le valutazioni caute, si deve tener conto che, comunque, quando tutto esplode, si contendono da un lato il genius loci e dall’altro quello global.
Dunque, senza lasciarsi ipnotizzare, e puntando ad una soluzione equa, giusta, condivisibile, che sottragga gli immigrati dalla schiavitù cui li hanno ridotti capitalismo e cattocomunismo, nelle priorità si devono sostenere innanzitutto gli abitanti di Rosarno. E’ imperativo ma non sufficiente il vedere le cose nella loro piatta attualità: bisogna intenderle anche nel loro evolversi: lo sbocco sarà autentico o global.
Chi si lascia abbindolare dai Saviano e Santoro vari o dai magnaccia della Caritas e suona la litania della Capanna dello Zio Tom. oggi si lascia coinvolgere in un vero e proprio delitto contro il futuro, incoraggiando tra l’altro, con le sue amnesie selettive, il prosieguo di una terribile guerra tra poveri.
E se ne pentirà amaramente.