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Nono bronzo

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Alla fine l’Italia di volley maschile porta a casa una medaglia di bronzo (stesso risultato di Los Angeles 84 e Sydney 2000). Tra alti e bassi la nazionale guidata in panchina dal ct Mauro Berruto compie, comunque, un’impresa a otto anni dall’argento di Atene. Nella finale battuta 3-1 (25-19, 23-25, 25-22, 25-21) la Bulgaria di Camillo Placì, arrivata a Londra con tanti problemi tecnici e di organico e che ha il merito di essere rimasta in corsa fino all’ultimo giorno. Quello azzurro si conferma un gruppo che sfiora sempre il massimo (argento ai campionati europei) ma raccoglie consensi. L’avventura olimpica, però, lascia qualche perplessità rispetto ai precedenti tornei. L’Italia fatica a far vedere il suo solito gioco coinvolgente e alterna buone prestazione a enormi distrazioni. Il premio arriva lo stesso, perché carattere, grinta e tecnica non difettano.

 

Un percorso cominciato in salita, poi la qualificazione da quarta della classe al termine di un incontro perso, proprio contro la Bulgaria, e per non farsi mancare nulla ecco il vero colpo dei Giochi: aver piegato gli Stati Uniti, una delle migliori squadre in circolazione, con una partita che ha sfiorato la perfezione. Complimenti e pacche sulle spalle, prima di tornare con i piedi per terra nell’ottava sconfitta della storia in altrettante sfide alle Olimpiadi contro il Brasile. Ma la caratteristica di questo gruppo è quella di sorprendere e nella finale per il bronzo Savani e compagni raccolgono i cocci e sfoderano un altro match positivo e ottengono una vittoria meritata. Un trionfo che parte, come spesso accade, dal servizio che mette in difficoltà gli avversari. Quando battuta e muro fanno la loro parte l’Italia sopperisce con facilità ad altri errori e rimane sempre incollata al match. Il migliore interprete dalla linea dei nove metri è senza dubbio capitan Savani che oggi per l’occasione sfodera sette ace e tante battute che tengo in apprensione la ricezione bulgara. Inoltre detiene anche il record del servizio più veloce, 127 chilometri orari, visto finora all’interno dell’Earls court In totale lo schiacciatore della Lube Macerata realizza 23 punti e risulta il migliore sotto rete. Nei set finali determinante pure l’ingresso di Parodi (8 punti), poco ammirato durante la competizione a cinque cerchi.

Malgrado Napolitano, malgrado Draghi, malgrado Monti, malgrado Passera, malgrado Grilli, malgrado la Fornero, malgrado Abate, malgrado Prandelli, c’è un’Italia che non accenna ancora a morire.

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