Le stelle, la galassia. Guardiamo lassù in cerca di noi, e così ci sembra di riavvicinarci alle fonti.
Scoperto in tal modo un pianeta simile al nostro. Si trova nel sistema della stella «Mu Arae», a cinquanta anni luce da noi.
Quattordici volte più grande del nostro mondo, gira intorno al suo sole in 9 giorni e mezzo
La massa è 14 volte quella della Terra. È veloce, e in soli nove giorni e mezzo compie un giro intorno alla stella «Mu Arae» distante da noi 50 anni luce. Si tratta di un astro analogo al Sole come taglia, e il corpo planetario quasi lo «sfiora» sulla sua orbita circolare da un’altezza di appena 15 milioni di chilometri (La Terra, per fare un confronto, dista dal Sole dieci volte di più).
Ma l’aspetto che lo rende simile al nostro pianeta sta nel fatto di essere costituito di roccia e di essere contornato da un’atmosfera. La sua temperatura esterna, tuttavia, è poco confortante, perché raggiunge i tremila gradi e quindi una vita comunemente intesa è impossibile. Il nome assegnato è un gruppo di lettere e cifre (HD160691c) anche se confidenzialmente gli astronomi l o chiamano «Super-Terra».
Naturalmente non ha ancora un volto, non c’è una fotografia, perché nessun telescopio terrestre o spaziale è tanto potente da poterla scattare. «Esistenza e caratteristiche – continua lo scienziato ginevrino – sono infatti ricavate studiando la variazione della velocità manifestata dalla stella-madre e provocata dagli oggetti circostanti. E proprio con la finezza di misura del nuovo spettroscopio, in grado di cogliere differenze di appena un metro al secondo determinate soltanto da un minuscolo corpo, si è identificato il nuovo oggetto. A questo livello non si era mai arrivati e ciò apre possibilità insperate promettendo altre sorprese». Sono circa 120 i pianeti extrasolari finora trovati in questo modo o calcolando la diminuzione della luminosità provocata dal loro passaggio davanti alla stella. Tutto è incominciato nel 1995 quando il gruppo di astronomi svizzeri guidato da Michel Mayor, di cui fa parte Francesco Pepe, incontrarono il primo attorno all’astro «51 Pegasi». Ma tutti sono dei giganti gassosi simili al nostro Giove e lo stesso neopianeta roccioso ha un fratello maggiore di questo tipo già noto.
«La sfida – spiega Pepe – è proprio quella di cercarne di sempre più piccoli per scoprirne qualcuno uguale al nostro, ma anche per capire la genesi e l’evoluzione di un sistema solare. Quelli individuati, con le loro insolite collocazioni, già ci costringono a rivedere le teorie alla base della nascita dei pianeti intorno al Sole. E siamo solo all’inizio. Intanto concentriamo le indagini scrutando un migliaio di astri simili al nostro e distanti sino a duecento anni luce. Ma continuiamo a studiare anche “Mu Arae” p